Le misteriose finestre dell’anima e del cervello

Le neuroscienze. Principi fondamentali

Le splendide proiezioni del cervello e della mente sul mondo
in una sinfonia di colori e forme, immagini e pensieri, emozioni e simbologie

  1. Introduzione. Il libro, allergia alla lettura
  2. Più grande del cielo
  3. Le straordinarie metodiche di brain imaging
  4. Un miracolo
  5. Il cervello plastico
  6. Neurogenesi e sinaptogenesi
  7. Contagio emotivo
  8. La musica e il cervello
  9. Cervello maschile e cervello femminile
  10. Un “Centro divino” nel cervello
  11. Un figlio perfetto e su misura
  12. Verso un futuro post-umano
  13. Le scoperte
  14. Neuroni e sinapsi
  15. Il cervello uno e trino
  16. Introduzione

Introduzione: Il libro, allergia alla lettura

Già dall’antichità, filosofi e scienziati hanno iniziato a indagare l’anima e il cervello.
Ippocrate (460-377 a.C.), il padre della medicina, riteneva il cervello alla base dei
sentimenti, dei pensieri e delle idee. Platone affermava che l’uomo fosse dotato di
un’anima, immateriale e immortale, dunque eterna. Aristotele invece riteneva che gli stati
emotivi (gioia, rabbia, odio, amore, paura) fossero stati neurobiologici.
Da Platone e da Aristotele emergono così le due tradizioni di pensiero dell’ Occidente: il
dualismo- sostanza spirituale e sostanza materiale- e il naturalismo neuroscientifico- solo
sostanza cerebrale.
Alla metà del XX secolo, con l’affermazione delle nuove neuroscienze, la teoria
dualistica perde la sua credibilità (P. Churchland), poiché un insieme di dati a tutti i
livelli della ricerca neuroscientifica “smonta” l’ipotesi di un’anima immateriale e
spirituale. Questi risultati rappresentano un’importante base alla teoria che gli stati
mentali fossero stati fisici del cervello, e non stati di un’anima non materiale.

La lettura, il libro modificano i sistemi neurali e i meccanismi cerebrali.
Preliminarmente. Dobbiamo dire che persiste la crisi del libro. Studi recenti confermano
che gli italiani leggono poco e male e siamo negli ultimi posti tra i paesi in Europa.
I dati sono sconvolgenti: ci sono 20 milioni di italiani che non leggono libri e il 55 per
cento di essi non legge nemmeno un libro l’anno. Sembra che abbiano una sindrome
allergica alla lettura. In compenso, abbiamo una sindrome bulimica della scrittura. Nel
mondo, si pubblica infatti un libro ogni 30 secondi, 120 all’ora, 2.800 al giorno, 86mila al
mese!
Sono molteplici le ragioni. Qui rileviamo che a partire dai primi anni di vita la lettura è
percepita dal bambino più come obbligo e costrizione psicologica che come piacere
culturale e spirituale o godimento estetico.
In realtà leggere è come creare un’opera, come sognare o amare. E dialogo di anime e tra
anime; è entrare in un mondo magico; discendere e svelare i più profondi e oscuri
meandri del cervello; è conoscere sé stessi, gli altri e il mondo. E’ la grandezza dell’uomo,
la sua nobiltà spirituale, la sua creatività, ma anche le sue miserie morali, la sua
malvagità e le sue pulsioni distruttive. E’ un po’ come svelare l’essere umano, Che è- ha
scritto Zola- un po’ angelo e un po’ bestia umana”.
In questa vasta e feconda dimensione, lo scrittore assume la veste del sacerdote laico
dell’umanità. Egli infatti- afferma la Bibbia- è la persona più vicina a Dio, sommo
sapiente. Lo scrittore è insomma come una lampada che illumina o dovrebbe illuminare e
accompagnare i passi della vita.
Una funzione che è caratteristica del cervello umano.

Il cervello è più grande del cielo

Il mistero del cervello, della mente e della coscienza ha esercitato in me fin da ragazzo,
un grande fascino. Sono tre parole che nascondono ancora colossali abissi di segreti e di
ignoranza. E rappresentano per i neuroscienziati la più avvincente e straordinaria
avventura mai intrapresa dalla specie umana. Penetrare l’ignoto, è la grande sfida del
cervello umano.
Il cervello è stato definito la struttura più complessa dell’universo conosciuto. Comprende
100 miliardi di neuroni e ogni neurone ha circa 10mila contatti sinaptici. Una realtà
immensa. Già intuita dai poeti.
Il cervello- canta la poetessa statunitense Emily Dickinson- “è più grande del cielo ed è
più profondo del mare”. Un’ altra poetessa, Maria Luisa Spaziani, scrive: “Non ha
colonne d’ Ercole il cervello”, Sono versi che magnificano in maniera stupefacente la
fenomenale ampiezza e profondità della mente e del cervello.
Le fantastiche scoperte della nuova scienza del cervello e della mente, realizzate con gli
incredibili metodi di brain imaging, stanno determinando una “rivoluzione scientifica”
destinata a sconvolgere non solo sistemi di diagnosi e cura in medicina e psichiatria, ma
anche le nostre concezioni millenarie, a partire dai concetti filosofici, e la stessa visione
che abbiamo dell’uomo,della società e del mondo. Esse ci permettono poi di penetrare nei
nostri più intimi pensieri e stati d’animo: come pensiamo, agiamo, cosa proviamo. Le

metodiche di neuroimaging ci consentono di vedere quali parti del cervello si attivano
quando un soggetto compie un’azione o è impegnato in un determinato processo mentale.
Temi attraenti: una sinfonia di pensieri, emozioni, simbologie, creatività. Sono le
misteriose finestre dell’anima, le splendide proiezioni del cervello sul mondo, in uno
straordinario processo di interazione con le esperienze.
Accostarsi alla mente è come “quando- ha scritto un fine autore- gli angeli si radunano in
cielo e suonano Mozart” [Karl Barth).

Le straordinarie metodiche di brain imaging

Sono state scoperte tecniche avveniristiche rivoluzionarie, come il brain imaging: è la
visualizzazione del cervello in tempo reale (risonanza magnetica, PET, fMRl, EMC,
MTS). E’ possibile visualizzare e misurare per ogni millesimo di secondo le incredibili e
complesse attività del cervello; seguire gli eventi nell’istante in cui si svolgono ed
esaminare gli effetti di una lesione situata nel punto voluto.
In pratica, possiamo seguire le attività dei neuroni e della mente, come la memoria, le
emozioni, le percezioni; il pensiero filosofico, il calcolo matematico, il pensiero creativo,
nel momento in cui si formano le idee si concatenano le parole. Fino a lambire la mente e
la coscienza.
Possiamo in sostanza vedere quali regioni del cervello entrano in azione, durante
qualunque attività intellettuale. E’ il miracolo della mente.

Un miracolo

Ogni giorno, in ogni istante della vita, si verifica un miracolo in ciascun essere umano.
Questo miracolo è la capacità del cervello, che è un’armonia prestabilita dalla biologia, di
generare l’imprevedibile, di acquisire cognizioni e di trattenerle in una dimensione
misteriosa- la memoria- e di impiegarle per costruire nuovi pensieri, nuove idee
simbologie, nuove emozioni, di generare il mistero della musica, della poesia, del libro,
dell’arte…Come avvenga questo miracolo è la immane sfida che i neuroscienziati stanno
affrontando.
Siamo ancora agli inizi. E tuttavia, negli ultimi anni abbiamo appreso sul cervello che nei
precedenti 5 mila anni. E’ il prodigio della mente, che tesse e ritesse come un “telaio
incantato” i suoi tessuti dai mille colori e motivi diversi. Fino a pervenire alle grandi
scoperte odierne.

Il cervello plastico

Contrariamente a quanto si pensava fino a pochi anni fa, il cervello non è un organo
rigido e predeterminato, ma ha una struttura plastica. Si modella e rimodella
continuamente a seguito della sua interazione con le esperienze.
E’ una vera e propria rivoluzione scientifica per l’umanità, ma soprattutto nel processo di
sviluppo del bambino, nell’invecchiamento e nel mondo dell’educazione.

Più l’insegnamento è stimolante, arricchente, vario e ricco di contenuti e motivazioni, più
si attivano le connessioni tra i neuroni, e più cresce il quoziente intellettivo del bambino.
Addirittura, il cervello cambia anche materialmente. Un cambiamento che avviene non
soltanto durante il periodo dello sviluppo e dell’apprendimento a scuola, ma lungo l’intera
esistenza.

Neurogenesi e sinaptogenesi

La scoperta del cervello plastico ha poi portato la ricerca a un’altra meravigliosa scoperta:
quella sulla neuro genesi e sulla formazione di nuove connessioni sinaptiche.
Fino a poco tempo fa, gli stessi neuro scienziati pensavano che dopo i 16anni di età, il
cervello fosse maturo e non potesse essere modificato e rigenerare i suoi neuroni. Oggi
sappiamo che non è così. I neuroni possono rigenerarsi sia durante lo sviluppo che in età
adulta.
In questo momento, mentre leggete questo testo, si sta verificando nel vostro cervello una
vera e propria tempesta di attività neuronale, soprattutto nelle persone che sono attratte
dai temi sul cervello, la mente e la coscienza. La lettura modifica le connessioni dei
neuroni e delle sinapsi.
Attivare in modo adeguato e continuo i neuroni del cervello significa poi prevenire anche
i devastanti ed irreversibili danni del morbo di Alzheimer e del morbo di Parkinson.
Una intensa attività mentale esercitata dalle persone anziane riesce a proteggere il loro
cervello contro il processo di degenerazione biologica e contro le demenze senili.
Occorre quindi tenere sempre presenti questi due fondamentali principi: “Se non lo usi (il
cervello) lo perdi”. “Se lo usi, lo migliori”.
Le ricerche hanno poi rivelato che gli anziani che vivono in strutture assistenziali
dimostrano un deterioramento cerebrale, che colpisce le facoltà mentali e la memoria.
Lo stress, 1’ansia, la depressione, i conflitti in famiglia e sul lavoro modificano il
cervello. E’ stato rilevato che basta un viso triste per indurre al pessimismo, insicurezza,
tristezza. Al contrario, un volto sorridente e sereno migliora lo stato d’ animo e crea
condizioni mentali positive, benefiche. In questa maniera, a scuola, i bambini apprendono
di più. In un ambiente di tranquillità interiore e di forte motivazione, un sistema
pedagogico che preveda rimproveri e punizioni risulta antieducativo e dannoso per la
salute emotiva del bambino.
Ricerche sugli animali- nei ratti e nei piccioni- hanno scoperto infatti che le punizioni e i
rimproveri sono inutili e controproducenti.
A compromettere poi sempre più il funzionamento emotivo del cervello del bambino
sono le ore passivamente trascorse davanti alla televisione; un peggioramento nella
qualità dell’educazione del cervello emotivo; genitori ansiosi e depressi o frustrati e
stressati; il computer; la crisi della scuola e della famiglia.

Il contagio emotivo: viso- viso, occhio-occhio, pelle-pelle

Le ricerche hanno accertato che il contatto tra la madre e il figlio, un intenso rapporto
emozionale e lo stesso sguardo o il viso materno generano elevati livelli di oppiacei, la
produzione di dopamina e una cascata di ossitocina. Tutte sostanze che creano uno stato
di benessere, serenità, calore affettivo, un alto grado di euforia e di piacere sia nel
bambino che nella madre. Si produce tra le due persone un forte legame cervello-
cervello, che provoca un flusso continuo di emozioni, sensazioni, messaggi, serenità,
gioia di vivere e di esistere.
Si determina un grande processo di contagio emotivo. Un contagio viso-viso, occhio-
occhio, pelle- pelle. I neonati assumono infatti l’umore delle loro madri. Si è scoperto che
i neonati di madri depresse, sono irritabili, meno attivi, meno attenti e insoddisfatti.
Presentano poi reazioni di stress, un elevato battito cardiaco e possono dunque soffrire
anch’essi di ansia e depressione.
L’ empatia e il contagio emotivo non sono un’emozione unicamente umana. Sono
sentimenti sperimentati in laboratorio con le scimmie, i ratti e i piccioni. Ulteriori
esperimenti in laboratorio hanno accertato che se un topo o una scimmia erano agitati o in
pericolo o manifestavano soltanto espressioni di dolore, il compagno di gabbia entrava
anch’ egli in agitazione e cercava di prestare soccorso.
I topi, le scimmie e i bambini condividono lo stesso impulso: avvertono un sentimento
analogo di partecipazione verso la sofferenza di un proprio simile e si adoperano a
prestare aiuto.
E’ la scoperta dei neuroni “mirror”, i neuroni specchio. Sono stati scoperti gruppi di
neuroni che si attivano quando vediamo qualcuno soffrire e siamo spinti ad aiutarlo. E’ il
meccanismo neuronale per cui soffriamo per la sofferenza altrui. Altruismo ed egoismo,
odio e amore, bene e male, eros e thanatos, hanno tutti una base biologica.
E’ stato scoperto che un neonato di soli 41 minuti di vita riusciva a imitare i gesti eseguiti
dal ricercatore. Già dalla decima settimana, il bambino è capace di imitare espressioni di
felicità o di tristezza o di rabbia della madre.
Anche la madre, a sua volta, imita, in forza dei neuroni specchio, le espressioni facciali
del figlio.
Altri studi successivi hanno dimostrato che se i topolini appena nati vengono lisciati e
accarezzati sul pelo del dorso, il loro cervello si sviluppa diversamente da quello dei
topolini che non hanno ricevuto lo stesso trattamento.
Il bambino privato dalle carezze e dell’affetto materno presenta un cervello “inadeguato”,
che si manifesta attraverso gravi disturbi nel suo sviluppo intellettivo, emotivo e sociale.
Bambini istituzionalizzati mostrano un “arresto” del loro sviluppo sia mentale che fisico,
anche in modo permanente. Le esperienze in sostanza lasciano una traccia anche fisica
nelle connessioni cerebrali.
Questo fenomeno si può verificare a otto giorni di vita, a 80 anni o fino all’ ultimo
respiro. Abbiamo un cervello “affamato” di nutrimento offertogli soprattutto dalla qualità
del proprio ambiente.
Alcuni neuro scienziati ritengono che 1’autismo sia causato da un danno al sistema dei
neuroni specchio, che comporta assenza di empatia, mancanza di capacità sociali e deficit
del linguaggio.

La musica e il cervello

Anche nel campo della musica, le neuroscienze hanno realizzato fondamentali
progressi. La musica attiva alcune strutture del cervello, che creano uno stato di
euforia, modificazioni fisiologiche come un brivido lungo la schiena e cambiamenti
nel ritmo cardiaco. Inoltre, è stato dimostrato che i feti rispondono alla musica con
cambiamenti nel battito cardiaco.
Esperimenti condotti in materia hanno scoperto che il corpo produce una condizione di
ebbrezza, rilasciando gli oppiacei, quando ascoltiamo musica che ci piace.
Esistono prove che una melodia gradevole provoca il rilascio di dopamina, che oltre ad
essere la sostanza del piacere, genera un umore positivo, influenza lo sviluppo
intellettivo, le capacità motorie e spaziali e le qualità matematiche. Si tratta di una grande
scoperta.
Gli esperimenti hanno dimostrato, ad esempio, che i musicisti presentano alcune aree
cerebrali più grandi che non nei non musicisti. La musica poi aumenta la massa di talune
strutture neuronali, accresce il Q. I. e incrementa la memoria.
I suonatori di violino inoltre hanno un’area del cervello più grande coinvolta nelle dita
della loro mano sinistra.
La musica, ma così 1′ arte in generale, è fermamente radicata nel cervello e nella biologia
dell’essere umano.

Cervello maschile e cervello femminile

Il funzionamento del cervello di uomini e donne è diverso fin dalla nascita. Perfino nel
neonato di un giorno, il cervello femminile è più empatico e comunicativo.
Le ricerche neuro scientifiche indicano che le prime differenze fra i sessi si manifestano
già dall’ottava settimana di sviluppo fetale, in ragione soprattutto dell’avvio dell’attività
ormonale e delle differenze biologiche dei nostri cervelli.
Il cervello femminile possiede più neuroni specchio, i quali permettono alla donna di
interpretare i segnali verbali e non verbali dei più intimi sentimenti delle altre persone,
come ansia, sofferenza o malessere. Per questi motivi, è risultato che le donne piangono
quattro volte più degli uomini. Gli esseri umani sono gli unici animali che piangono,
arrossiscono, provano sensi di colpa e vergogna.
Gli effetti degli estrogeni- ormoni sessuali- spiegano poi perché il numero di donne che
soffrono di depressione stagionale (winterblues) sia tre volte maggiore rispetto agli
uomini.

Un “Centro divino” nel cervello

Un’ altra delle scoperte più affascinanti e inquietanti è quella sull’esistenza di un ” centro
divino” nel cervello umano.
Esperimenti di brain imaging hanno accertato che Dio, la moralità, la religiosità, la fede
hanno una base organica all’ interno del funzionamento del cervello. Esistono

meccanismi neurali nel nostro cervello che riguardano queste figure. E’ stato inoltre
mostrato che Dio, credenze religiose e istanze morali sono “generati” da reazioni del
cervello, che sono comuni a tutti gli esseri umani.
Da questo fecondo campo di ricerca sono nate due discipline: la Neuroetica e la
Neuroteologia.

Un figlio perfetto e su misura?

In questa fantastica cavalcata nel mondo meraviglioso del cervello e della mente, la
scienza si avvia anche alla ricerca di un “figlio perfetto” e “su misura”. L’ immagine di
“figli su misura” e di un “figlio perfetto” da un lato genera turbamento, dall’ altro viene
incontro a un desiderio antico come il mondo.
Da anni i neuroscienziati studiano la selezione del partner. L’ uomo da sempre è alla
ricerca della compagna più intelligente e più bella.
L’odierna fecondazione in vitro permette di selezionare il sesso e i caratteri. Si può
scegliere 1’embrione, nella speranza di avere un figlio da sogno. Si cerca una clinica allo
scopo e si possono leggere le caratteristiche proposte: colore dei capelli, statura, grado di
istruzione. E trovare 1’ovulo con i tratti desiderati.

Verso un futuro post-umano?

Siamo davvero al post-umano?
In virtù della diagnosi pregenetica, oggi abbiamo la possibilità di “forgiare”la natura dei
nostri figli. E’ possibile poi identificare geni responsabili di molte malattie neurologiche e
psichiatriche.
Stiamo muovendo verso un mondo nuovo che può attrarre, ma può anche spaventare.
Stiamo costruendo una società psicocivilizzata, capace di produrre pillole della felicità e
droghe intelligenti, con la prescrizione negli Stati Uniti di psicofarmaci persino a bambini
di 2 anni.
Ma posto che saremo capaci di creare mappe dei geni e di selezionare i tratti poligenici, è
proprio vero che essi determineranno la persona?
La nostra risposta è assolutamente negativa. I geni da soli non potranno mai determinare
1′ essere umano. Un essere unico e differente.
Il cervello ha una natura unica, individuale, personale. Non esistono due cervelli eguali.
L’ essere umano è una combinazione di mente, geni, esperienze e di altri fattori che finora
non sono stati ancora individuati.
Il cervello, come abbiamo detto, ha una struttura plastica: si modella e rimodella
continuamente attraverso le incessanti esperienze che variano senza interruzione. E’ un
organo costantemente in divenire, nel bene e nel male.
Anche per queste ragioni, la ricerca sul cervello ci lascia sempre sbigottiti.
Esperimenti di brain imaging hanno provato che oggi è possibile identificare emozioni
vere ed emozioni false attraverso i muscoli facciali; prevedere il comportamento futuro;

distinguere i ricordi veri da quelli non veri; determinare la verità su un crimine o
un’azione violenta, attraverso l’individuazione delle informazioni presenti nel cervello; e
trovare infine – fatto stupefacente- l’area del cervello che si illumina quando si pensa a
Dio o a una persona cara.
l metodi di neuro imaging possono inoltre rivelare crimini passati e perfino prevedere
future inclinazioni in un bambino o in un adulto.
Alcuni neuro scienziati parlano già di una “riprogettazione” degli esseri umani e della
creazione di una nuova specie geneticamente attrezzata.
Ci avviamo dunque verso la nascita di un figlio perfetto geneticamente e verso 1′ uso di
terapie sensazionali per prolungare la vita.
Altri autorevoli scienziati sono convinti che sia già tra di noi la prima persona che
raggiungerà i 150 anni.
E’ davvero l’arrivo di un futuro post-umano?

Scoperte

Perché i neuroscienziati ritengono che la ricerca sul cervello sia la più grande e
straordinaria avventura mai intrapresa dalla specie umana?
Perché “fin tanto che il nostro cervello rimarrà un mistero, l’universo, riflesso dalla
struttura del cervello, rimarrà anch’esso un mistero”(Santiago Ramòn Y Cajal).
E’ il cervello infatti alla base dell’inarrestabile marcia del progresso e della civilizzazione.
Le nostre menti, le nostre misteriose finestre dell’anima, che è il titolo di un mio libro,
possono spingersi ai confini dell’universo e penetrare nell’ infinitamente piccolo. In
questo senso, possiamo dire che il cervello umano è “quasi divino”.
Le scoperte delle neuroscienze hanno svelato i fondamenti fisico- chimici della vita e
posto le basi per eliminare in futuro la maggior parte delle malattie e dei deficit genetici.
La ricerca sul cervello è poi interessata a fornire risposte alle domande sull’origine e la
natura della vita, sulle basi biologiche della natura umana, sull’evoluzione dell’esistenza,
sull’ origine dell’etica e della religione, le ragioni dell’arte, il significato della sessualità,
perché dobbiamo morire e il ruolo dell’ambiente nell’ evoluzione biologica e culturale
dell’essere umano.
Se un miracolo è un fenomeno che trascende la nostra possibilità di comprensione, allora
la mente umana è qualcosa di molto simile a un miracolo.

Neuroni e sinapsi

I neuroni se vengono utilizzati vivono, altrimenti muoiono. I neuroni e le sinapsi infatti
possono essere modificati dall’ esperienza, dall’apprendimento e dall’ acquisizione di
nuove conoscenze.
Il neuro scienziato Sherrington chiamò sinapsi gli interstizi, parola di origine greca, che
significa collegare, connettere, unire.

Il cervello, uno e trino

In questi ultimi anni, sono stati compiuti stupefacenti progressi sul cervello c la mente.
Le ricerche mostrano la meravigliosa e incredibile realtà del cervello umano, una
straordinaria struttura unica nell’universo conosciuto. Un cervello diverso da qualsiasi
cosa l’uomo abbia mai costruito. E per questo, fonte di continue sorprese per gli stessi
neuroscienziati.
Il cervello umano può essere paragonato a una casa costruita un po’ per volta nel corso di
milioni di anni.
Sull’architettura di questa casa, Paul MacLean, uno dei più grandi protagonisti delle
neuroscienze moderne, ha elaborato una interessante e affascinante teoria.
Il cervello- egli afferma- è una struttura trinitaria- “triunebrain”-, che consta di tre
formazioni sovrapposte: il cervello rettiliano, cosi chiamato perché il suo aspetto è simile
al cervello di un rettile, ilcervello limbico o cervello mammaliano e il neocervello o
cervello dei mammiferi recenti.
Il primo rappresenta la parte più antica e profonda del cervello e si è evoluto-sostengono
Ornsteine Thompson- più di 500 milioni di anni fa. Al cervello rettiliano sono legate
l’aggressività e la violenza. E’ una pulsione autodistruttiva c distruttiva.
Il secondo cervello avrebbe fatto la sua comparsa da 300 a 200 milioni di anni fa, E’ la
sede delle emozioni.
L’ ultimo, il neocervello, apparve circa 200 milioni di anni fa. E’ la parte più nobile del
cervello, É’ ciò che ci dà la nostra peculiare qualità umana: siamo in grado di capire,
pensare, ricordare, comunicare, creare.
Queste tre formazioni fondamentali del cervello presentano tra loro grosse differenze
strutturali e chimiche. Eppure riescono a fondersi e funzionare come un cervello “uno e
trino”.
E’ proprio vero- osserva il neuroscienziato Vizioli- che la trinità domina la nostra cultura.
Infatti, se dal campo della fede, passiamo alla scienza del cervello, ritroviamo un’analoga
concezione trinitaria. Il cervello dunque è anch’ esso una struttura trinitaria.
L’analogia con la Santissima Trinità non è solo formale, nel senso che tutti e tre i cervelli
costituiscono “un cervello funzionale unitario”, quindi un “cervello uno e trino”.
Certamente, deve esserci qualcosa di magico e di affascinante nel numero tre.
Platone infatti descrisse il cervello come una coppia di destrieri perigliosamente guidata
da un auriga.
Anche lo scienziato sovietico, Lurija, ha concepito l’organizzazione del cervello nei
termini di tre unità funzionali: la prima deputata a regolare il ritmo sonno-veglia, la
seconda a ricevere le informazioni, la terza preposta alla programmazione delle attività
motorie e intellettuali.
Infine, trinitario è anche il modello della mente proposto da Freud. Secondo il padre della
psicoanalisi, la mente è formata da tre istanze.
La prima è l’Es, il mondo degli istinti, delle pulsioni e dei desideri. Che ci porta ad agire
secondo il principio del piacere immediato, senza pensare agli effetti della nostra azione.
La seconda e il Super-Io, che è l’insieme degli obblighi, delle proibizioni, dei tabù
tradizionali impressi nel nostro cervello dai nostri genitori.

La terza istanza e l’lo, il quale riflette sulle conseguenze delle sue azioni, rinuncia al
piacere immediato per quello differito, cioè per il principio di realtà, e trasforma gli
impulsi in comportamenti ragionevoli. L’lo è una struttura di mediazione tra l’Es e il
Super-Io e quindi guida di entrambe le istanze psichiche.
Questo modello, in base alle scoperte delle neuroscienze, ha ricevuto un riconoscimento
scientifico, in quanto considerato fondato su una base biologica.
Il cervello rettiliano infatti corrisponde sul piano anatomo-fisiologico all’Es, cioè agli
istinti primordiali; il cervello mammaliano equivale alla sede dell’Io, mentre il
neocervello corrisponde al Super- Io, preposto alla coscienza morale, alla critica e al
giudizio.
Quando, di fronte al male e a certe efferatezze, diciamo che si è liberato il rettile che è
nell’ uomo, affermiamo una realtà. Che i neuroscienziati hanno verificato,
scientificamente, che Platone aveva intuito e che Freud ha teorizzato.
Freud riteneva che l’lo avrebbe preso la guida dell’intero comportamento dell’essere
umano.
In realtà, i fatti sono andati in modo diverso. A partire dagli anni Sessanta e Settanta, i
ragazzi e i giovani hanno cominciato a contestare e a ribellarsi ai genitori, agli insegnanti,
all’ autorità e alla società. Si è progressivamente affermata un’educazione e una
pedagogia del “laissez faire”, del permissivismo. Una filosofia basata su una pedagogia
che proibisce di dare ordine e punizioni, di dare insomma la direzione, le indicazioni e gli
orientamenti di un sano e maturo comportamento.
L’ Io, cioè l’individuo, il ragazzo, si è sentito libero e indipendente, guidato da pulsioni e
da una sorta di delirio di onnipotenza Sono poi crollati i valori che per millenni hanno
guidato la coscienza morale degli esseri umani, mentre la società è diventata
multiculturale, fatto che ha frantumato il sistema di principi etici valido per tutti.
Il risultato è che oggi viviamo una profonda c drammatica crisi morale e spirituale, una
crisi politica ed economica. Crisi che ha investito l’individuo e il mondo globale.
La stessa famiglia è in profonda crisi. La stessa scuola è in profonda crisi, mentre molti
ragazzi sono disorientati e insicuri, in conflitto, immaturi. E’ allarme sociale. Gli studi
hanno dimostrato che cresce il numero di ragazzi e bambini che soffrono di disturbi
psichiatrici, ansia e depressione, malessere e insonnia, inquietudine c aggressività fino
alle forme di violenza, arroganza, ineducazione.
E’ emergenza educazione.
Gli insegnanti sono demotivati, molti vivono la scuola con ansia. Tra i miei pazienti, ci
sono anche insegnanti. Ebbene, si svegliano al mattino con l’angoscia di andare a scuola,
con 1′ angoscia di subire forme di aggressività e maltrattamento da parte degli alunni.
Che non sono universitari, ma ragazzi di scuola media.
Andrea Zanzotto, uno dei maggiori poeti del Novecento, ha scritto: “Viviamo una
condizione che coincide con una psicosi vera”, una vera malattia. “Oggi c’ è una
emergenza umana”. Una società arrogante, priva di umiltà e altruismo, di generosità e di
empatia. Tutta orientata all’ interesse individuale, all’ egoismo, a soddisfare, come un
bambino, le proprie pulsioni. C’è una desertificazione della coscienza sia individuale che
collettiva.

Ci salverà l ‘arte ? come ingenuamente ha scritto un poeta. Oppure, la scienza del cervello
e della mente? Fintanto che rimarrà un mistero il cervello umano, rimarrà un mistero
anche il mondo circostante.
E’ sul neocervello e su un nuovo umanesimo – come concorda il premio Nobel Kandel –
che noi facciamo affidamento. E’ un organo incredibile, la struttura più complessa e
straordinaria dell’universo conosciuto. Un organo che sta “cambiando” il mondo e la
stessa esistenza umana, con la sua creatività, immaginazione, intelligenza, innovazioni e
con la sua capacità di far fronte alle risposte sociali.
Molte risposte dunque ci possono venire dalle nuove neuroscienze. Si tratta allora di
migliorare la conoscenza del nostro cervello, allo scopo di ridurre gli effetti negativi di
quel sistema schizofrenico costituito dal cervello rettiliano, riducendo quelle tensioni e
quei conflitti interni all’uomo, che altrimenti potrebbero “esplodere”, con conseguenze
catastrofiche e provocare malessere individuale e sociale di enorme portata e di difficile
soluzione.
La battaglia più difficile da superare, e concludiamo, è quella tra l’uomo e i suoi due
cervelli animali…
Gli incredibili progressi della nuova scienza del cervello ci offrono la base per sperare
che il neocervello riuscirà a far fronte ai problemi sempre più critici e drammatici del
nostro tempo.

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