Premessa L’empatia è la capacità di immedesimarci nel nostro prossimo, di metterci nei suoi panni e comprenderne lo stato psicologico cioè riuscire ad identificarsi e riuscire a capire i sentimenti di un altro, agendo di conseguenza a secondo le circostanze date in quel particolare momento. Non è una cosa facile ma non molto difficile perché la nostra mente ha un grande potere ed è capace di separare i nostri sentimenti da quelli degli altri, di utilizzare la parte inconscia in maniera costruttiva e creativa e di ragionare in modo diverso sia a secondo il luogo sentimentale in cui ci troviamo inseriti sia utilizzando il medesimo canale (visivo, acustico o sensoriale), dell’interlocutore in modo costruttivo in genere senza ricorrere alla comunicazione verbale. Attraverso l’empatia (che è una risorsa) si risolvono i conflitti, si accresce la coesione della comunità, si allieva il dolore di qualcuno.
C’ è una empatia cognitiva legata alla comprensione concettuale degli stati mentali dell’altro e una empatia emotiva che ci dà la capacità di condividere nel nostro mondo interno lo stato d’animo altrui. Essa consente di avvicinarsi al dolore altrui o alla sofferenza ma anche all’allegria e alla felicità, tuttavia non bisogna confondere l’empatia con la simpatia o la compassione. Nella simpatia si condividono emozioni e valori (obiettivi e ideali dell’altro), nella compassione c’è una vittima che soffre di cui noi prendiamo le difese. L’empatia ha un valore enorme come messaggio dell’anima e come comunicazione efficace. Se non riusciamo a controllare lo stress che pervade un po’ tutti in questo mondo ad alta velocità, a moderare i moti istintuali e la sequenza delle emozioni che ne scaturiscono, e non siamo capaci di almeno un pizzico di empatia, sbattiamo la testa contro il muro. Possiamo avere una grande intelligenza e un sapere enorme da premio Nobel ma siamo dei microbi esistenziali, incapaci di una buona comunicazione e di costruire relazioni interpersonali efficaci e durature. Seguendo lo schema dello studioso e ricercatore francese Serge Tisseron (“empatia relazione mutua e reciproca” – Psicologia contemporanea n.238-2023 ), l’empatia si articola su tre livelli: empatia di base, reciproca e intersoggettiva. L’empatia di base corrisponde all’identificazione ed è la capacità di cambiare punto di vista senza perdersi. Si fonda sulla neurofisiologia ed è sempre garantita ad eccezione del disturbo dello spettro autistico. La componente cognitiva cioè la capacità di comprendere il punto di vista dell’altro compare verso i 4 anni e mezzo quando il bambino comprende la differenza tra la propria esperienza del mondo e quella degli altri; la componente emotiva compare quando il bambino è capace di distinguere tra se e l’altro, superando la fase egocentrica. Il bambino nel primo livello di empatia non ha la necessità di conoscere l’altro, che può essere anche un compagno immaginario, o il protagonista di un film o di un cartone animato. Nel secondo livello di empatia alla capacità di rappresenatrsi il mondo interiore dell’altro si aggiunge il desiderio di un mutuo riconoscimento. In questo caso non solo mi identifico con l’altro ma gli permetto di identificarsi con me, di entrare nel mio mondo, di avere accesso alla mia realtà psichica, di comprendere quello che io comprendo e di provare ciò che io provo.
Questa passaggio a livello pratico si esprime con il riconoscere all’altro di avere stima di sé come io ce l’ho di me stesso (componente narcisistica), riconoscergli la possibilità di amare ed essere amato (componente delle relazioni oggettuali), riconoscergli la possibilità di essere soggetto del diritto (componente della relazione gruppale). Tutta questa sequenza si può estendere al mondo circostante e inglobare animali, piante e oggetti inanimati. Il terzo livello è l’intersoggettività cioè si riconosce all’’altro la possibilità di chiarire aspetti di me stesso che ignoro. Come può succedere nei rapporti di amicizia, di affettività e di amore. All’inizio del processo c’era l’identificazione con l’altro, successivamente si riconosceva all’altro la possibilità di identificarsi con me accettando di aprirgli i miei territori interiori, infine la possibilità di scoprirmi attraverso l’altro, diverso da come credevo di essere e di lasciarmi trasformare da questa scoperta. Questa è la costruzione dell’empatia. Ora ci si chiede come è possibile che l’uomo tratti altri esseri umani come oggetti inanimati senza un briciolo di empatia… come mostrano i massacri nella storia di tutti i secoli e come hanno dimostrato nel secolo scorso le due guerre mondiali e altri massacri di massa pianificati all’estremo, in dettaglio e con una violenza inaudita. Questo dimostra che in alcuni soggetti l’empatia è completamente assente.
Durante il primo anno di vita il bambino possiede la capacità empatica ma la deve sviluppare . In questo periodo interagiscono con l’emotività che proviene dal loro ambiente ma non sanno differenziare le proprie emozioni e quelle degli altri. Il bambino vive le emozioni della mamma o del papà come se fosserro provate da lui stesso.
Verso i due anni c’è l’egocentrismo e l’empatia fa i primi passi in contrasto con il vissuto del bambino in cui “io equivale a mio” e il piccolo conosce solo il suo punto di vista. In questo contesto il bambino cerca di attenuare il disagio di un altro bambino ( il suo amichetto) solo per ridurre la tensione che egli ha dentro di sé.
Verso i 3-4 anni il bambino riesce a distinguere i propri stati mentali da quelli di altre persone e a confrontarsi con loro. Ma non ne vengono assorbiti. Man mano che diminuisce l’egocentrismo può (se educato bene) aumentare l’empatia e verso i 4 – 5 anni può imparare la condivisione. Soprattutto impara molte cose attraverso la socializzazione nella scuola materna (3-6 anni). Impara a guardare le cose da una prospettiva diversa dalla propria. Quando l’egocentrismo inizia a diminuire (5-7 anni), e il senso di identità nel bambino è più integrato l’empatia piano piano prende campo e questo consente la mediazione di un conflitto tra pari (senza dare sempre la colpa all’altro), il senso dell’accoglienza e dell’ ascolto e il rispetto reciproco, la gentilezza. A questo punto siamo nella prima fase dell’empatia, al livello di base con la componente sia emotiva che cognitiva.
Le due facce dell’empatia Nonostante che l’uomo moderno sia naturalmente predisposto all’empatia attraverso tre colonne portanti per il nostro benessere: socializzazione e cooperazione, nutrizione (igiene e sanità per la salute) e creatività, l’homo sapeins sapiens è capace di comportamenti contraddittori ed estremi. Può essere un santo nella cura dell’altro (compassionevole e altruista con generosità disinteressata) o un terribile demonio (crudele fino a godere della sofferenza altrui). Ci si chiede il perché? La risposta è di una semplicità tragica. L’uomo nasce prematuro su tre piani: mentale, fisico e relazionale. Questo evenienza inizia perché l’uomo scopre se stesso scoprendo l’altro e questo crea un bipolarismo psichico e corporeo. Da una parte c’è il piacere della scoperta e la relazione empatica con l’altro, dall’altra parte l’angoscia e la paura di essere manipolato. Questa bipolarità drammatica fisica e psichica nasce dall’intenso legame tra il lattante e la figura adulta di riferimento. Si creano due movimenti opposti e complementari un desiderio di reciprocità e un desiderio di dominio. Questo spiega il principale nemico dell’empatia che è il “potere” nei suoi due aspetti, passivo ed attivo. Da una parte c’è l’angoscia e il timore oltre che la paura di essere sottoposto all’altro e dall’altra parte c’è la voglia di dominare l’altro per non essere manipolato e non cadere nella trappola del blocco dell’autonomia. Per evitare questo pericolo è necessario insegnare l’empatia ai bambini fin dalla tenera età. Una persona con grado zero di empatia ( al di là dell’autismo e della sindrome di Asperger) appartiene a 4 tipologie di personalità disturbate profondamente: narcisistica, borderline, antisociale e psicopatica. C’è una faccia oscura dell’empatia per cui bisogna stare attenti. Essere empatici può dare una vita relazionale ricca di soddisfazione, tuttavia può portare il soggetto a sottostare a vissuti emotivi intensi e questo continuo contatto con emozioni intense e anche travolgenti può portare a instabilità emotiva, ansia e insicurezza. Fortunatamente per mettersi nei panni dell’altro non c’è solo l’empatia ma anche la mentalizzazione (teoria della mente) cioè il pensiero attraverso il pensiero altrui e la consapevolezza.
Verso l’altrismo disinteressato
Empatia
La mentalizzazione è una funzione riflessiva che permette di interpretare il proprio e l’altrui comportamento in termini di stati mentali (desideri, cintenzioni, convizioni, sentimenti). Se il bambino nei primi anni di vita ha fatto l’esperienza che i suoi stati interni sono stati compresi da un’altra mente allora egli ha interesse per la mente dell’altro.
Alcuni sentimenti hanno una fondamentale importanza perché la crescita di una persona, il passaggio dal prematuro al maturo passa necessariamente dal sentire l’altro, dal pensare l’altro, dall’essere con l’altro. I sentimenti coinvolti sono i seguenti: fiducia, serenità, accettazione, speranza, tenerezza.
Consapevolezza dell’affetto
Consapevolezza dell’affetto
Piscologia cognitiva
Presenza mentale- consapevolezza
Presenza mentale- consapevolezza
https://www.stateofmind.it/ ( in parte modificato) In sintesi sia l’empatia come capacità di una persona di comprendere in modo immediato gli stati d’animo altrui (gioia o dolore), sia la mentalizzazione (come capacità di comprendere gli stati mentali altrui) sono necessari per una buona socializzazione e per lo sviluppo ceerbrale integrato ai rapporti sociali. In entrambi i casi l’attenzione è doppia …non ci siamo solo noi e i nostri interessi ma c’è anche l’altro. Attraverso lo sviluppo dell’empatia, della mentalizzaazione e della consapevolezza, si può fare il salto verso l’altruismo incondizionato. Aiuto per il piacere di dare una mano all’altro senzza pretendere nulla in cambio e senza un secondo fine egoistico.
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In primo luogo entrambi (empatia e mentalizzazione) implicano l’apprezzare gli stati mentali altrui, a cui però l’empatia aggiunge la condivisione e la preoccupazione. Inoltre, l’orientamento dell’empatia è rivolto più verso gli altri e nella mentalizzazione invece è equamente distribuito. Entrambe operano sia a livello implicito che esplicito ma l’empatia viene considerata specie nella sua modalità più implicita. Infine, il contenuto dell’empatia, come per la mentalizzazione, comporta l’uso di abilità cognitive ma è focalizzato soprattutto sugli affetti. L’ importanza della famiglia è fondamentale per costruirla in modo corretto ed evitare difetti o eccessi. L’empatia nasce con la nascita del bambino e si sviluppa lungo il percorso del primo periodo evolutivo (0-7 anni) e coinvolge quattro aspetti
• una reazione affettiva che comporta la condivisione di uno stato emotivo con l’altro (questo aspetto inizia nel primo mese di vita)
• la capacità cognitiva di immaginare la prospettiva altrui (questo secondo aspetto inizia verso i 3 anni, quando il bambino inizia a comprendere l’io e l’altro)
• una capacità di mantenere in modo stabile una distinzione tra sé e l’altro (si sviluppa verso i sei anii)
• l’esperienza di empatizzare con una persona che sta soffrendo, infatti, rappresenterebbe una motivazione per mettere in atto comportamenti di aiuto. Si va verso l’altruismo….che se ben guidato si può completare alla fine del secondo periodo infantile 7-14 anni.
Il deficit di empatia si traduce in una psicopatologia caratterizzata da tratti di drammaticità e impulsività e comporta una alterazione delle relazioni interpersonali e una disregolazione emotiva (disturbo narcisistico di personalità: l’altro non è considerato; disturbo istrionico di personalità: falsa empatia per comportamento seduttivo e provocante e uso della suggestionabilità; disturbo borderline di personalità: instabilità emotiva impressionante; disturbo antisociale di personalità: superficialità, mancanza di rispetto. La personalità psicopatica usa l’empatia per i sui fini perversi ( fonte: www.stateofmind.it)
Un team di scienziati della Yale University negli Stati Uniti ha scoperto, per la prima volta, che l’attività cerebrale cambia in modo marcato quando viene compiuto un atto egoistico o altruistico. Da diversi anni ormai, i neuroscienziati hanno cercato di comprendere le basi biologiche della generosità e dell’altruismo. Accade qualcosa di concreto nel cervello quando vengono prese determinate decisioni? O esiste una predisposizione genetica associata? Ora, un team guidato da Steve Chang ha dimostrato che questi tratti – egoismo e altruismo – possono essere “visti” direttamente nel cervello
Fonte del commento e immagine: https://focustech.it/2020/03/14/cervello-egoismo-altruismo-
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“I nostri risultati mostrano che due regioni del cervello – l’amigdala e la corteccia prefrontale – usano canali di frequenza specializzati per interagire“.
Nel circuito dell’empatia sono coinvolte molte aree cerebrali, male più importanti sono l’Insula e la corteccia cingolata anteriore.
Reazione viscerale al dolore fisico altrui
Rispecchia azioni ed emozioni altrui
Rileva le espressioni oculari e i movimenti altrui
Immagina i pensieri altrui ( solo parte destra)
Riconosciemnte di emozioni, dolore e auutoconsapevolezza
Amigdala Le persone molto altruiste hanno amigdale più grandi e con maggiore attività neuronale.
Fonte: https://issuu.com/lidiamontermini È stato dimostrato che la componente affettiva dell’empatia era più associata con l’attività dell’insula, mentre la componente cognitiva di empatia alla corteccia medio-cingolata e alla corteccia prefrontale dorso mediale (MMC/dmPF). Punteggi più alti nella scala dell’empatia affettiva erano associati con una maggiore densità di materia grigia nell’insula, invece punteggi più alti nella scala cognitiva erano associati con una maggiore densità di materia grigia nella corteccia medio-cingomate e nella corteccia prefrontale dorso mediale MMC/dmPFC
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La corteccia cingolata anteriore è la parte della corteccia cerebrale situata nella regione superiore della superficie mediale dei lobi frontali, sopra il corpo calloso.
Quando una persona è coinvolta nell’empatia, si attivano diverse aree del cervello, ma in modo principale la corteccia cingolata anteriore (come parte della matrice del dolore) e l’insula anteriore, legata alla consapevolezza del sé e sorgente delle nostre emozioni. Studi di risonanza magnetica, ormai ripetuti e consolodati dalla comunità scientifica, dimostrano che queste due zone si attivano sia che il dolore venga percepito dalla persona stessa che dalla persona amata.. Entrambe le zone possono interferire con la capacità di riconoscere le emozioni.
Magritte
Gli amanti
1928 Un soggetto empatico
può perdere la relazione con l’altro e l’empatia può diventare una difesa nevrotica. Se mal gestita l’empatia può dare una sofferenza personale (sconforto) oppure si trasforma nella manipolazione dell’altro. Per esempio nell’empatia cognitiva se manca la tendenza altruistica, si può arrivare a strumentalizzare l’altro con lo sfruttamento dell’informazioni acquisite
ll quadro (del grande pittore surrealista Magritte) rappresenta un uomo e una donna che si baciano. Essi hanno il volto coperto da un panno bianco, le cui pieghe rimandano ai drappeggi dell’arte ellenistica, in contrasto con la rigidità tipica dell’arte classica rappresentata dalla cornice. Il colore pallido del panno è in contrasto con il rosso della parete antistante e con quello del vestito della donna che rimanda al colore del sangue e quindi della morte. Questa tematica ricorre spesso nei quadri del pittore belga, il quale subi, all’età di soli 12 anni, il suicidio della madre. Altro contrasto cromatico è rappresentato dal nero del vestito dell’uomo. Tale immagine rappresenta l’anonimia dei personaggi, accompagnata dalla raffigurazione dei volti coperti. Un’immagine, dunque, che suscita nell’osservatore, l’impossibilità dei due di comunicare, un sentimento che non può manifestarsi o perché impossibile o perché irreale.È presente, infatti, la contrapposizione tra il gesto dei due, ovvero il baciarsi, e la loro non identificabile identità. Questo può rappresentare un amore che in realtà non c’è. Ed ecco che la dimensione onirica del pittore torna a manifestarsi. Il gesto concreto, infatti, può rappresentare il sogno dei due amanti, ma i volti coperti l’impossibilità del loro amore. Da una parte,quindi, la felicità di un sogno, dall’altro la tristezza della realtà (commento di Maria Pia Faraci -25 gennaio 2018-fonte: lyceum2017.altervista.org). La mancanza di empatia prepara un uomo che non riesce a comunicare e a capire l’altro, che tende all’aggressività, alla mancanza di etica e all’anaffetività e quindi alla solitudine esistenziale. Anche se c’è dialogo questo è molto superficiale e non è proiettato verso aree motivazionali comuni di grande spessore e spesso si riduce ad elementi “razionali” dove è più facile la menzogna e la mistificazione. Molti scambiano l’empatia (oggi la parola è seduttiva ed è sulla bocca di tutti) con un semplice buonismo o un gesto di cortesia e gentilezza formale; altri confondono l’empatia con simbiosi o fusione tra due soggetti quando in realtà il processo empatico configura una risonanza tra due persone che si comprendono reciprocamente e capiscono di avere un senso di appartenenza ma che sono separate, e permette il completamento dell’identità come “sè creativo” e dell’autonomia personale. Al di là dell’empatia c’è solo l’indifferenza e l’individualimo consumistico e altre tragiche situazioni.
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I neuroni a specchio La scoperta dei ”neuroni specchio” è stata effettuata casualmente osservando il comportamento dei macachi da parte del gruppo di studio coordinato dal neurofisiologo Giacomo Rizzolatti. Il gruppo di ricercatori individuò nei macachi una categoria di neuroni situati nella zona F5 del cervello. Questi particolari neuroni si attivavano quando i macachi eseguivano una specifica azione o, quando assistevano all’esecuzione di tale azione da parte degli altri della stessa specie. La loro mente era capace internamente di ”mimare” quella specifica azione. Quindi si deduce che le emozioni prima nascono nella nostra mente e poi arrivano nel corpo. I neuroni a specchio hanno favorito un progresso nella socializzazione e nella cultura della nostra specie. Essi confermano che il cervello empatico è il nucleo, l’essenza dei nostri rapporti sociali che consente una giusta direzione perché ci hanno fatto prendere coscienza dell’altro, cioè della persona che osserviamo e che imitiamo e in cui ci rispecchiamo. D’altra parte senza un’altra persona al di fuori di sé, l’uomo potrebbe a mala pena capirsi e non potrebbe nemmeno comprendere il concetto di società. I neuroni a specchio sono alle fondamenta del cervello empatico che permette non solo di capire il punto di vista dell’altro (aspetto cognitivo) ma anche di anticipare bisogni e intenzioni perché l’altro diventa una estensione di noi stessi.Tuttavia la finalità dell’empatia non è sempre quella di generare il bene altrui o di aiutare l’altro o di sviluppare un’azione umanitaria.
Aree anatomiche che formano il sistema dei neuroni a specchio nell’uomo e permettono la percezione di azioni. Visione laterale di un cervello umano con indicate le aree coinvolte nel sistema di risposta a differenti tipi di atti motori (Cattaneo, L. et al., Archives of Neurology, 2009).
Nell’uomo, infatti, non è necessaria una effettiva interazione con gli oggetti: i suoi neuroni-specchio si attivano anche quando l’azione è semplicemente mimata. Anche se il loro ruolo primario rimane quello di comprendere le azioni altrui, il contesto umano è più complesso. Recenti evidenze elettrofisiologiche dirette (registrazioni delle scariche neuronali tramite microelettrodi) hanno mostrato la presenza del sistema specchio nell’uomo in sede parietale e frontale. Nello stesso studio è stata anche trovata la presenza di neuroni a specchio in aree non motorie quali l’ippocampo e la corteccia temporale
Le aree contemporaneamente attive durante l’osservazione degli atti altrui sono risultate:
1. la porzione rostrale anteriore del lobo parietale inferiore; 2. il settore inferiore del giro pre-centrale; 3. il settore posteriore del giro frontale inferiore; 4. in alcuni esperimenti si osservano attività anche in un’area anteriore del giro frontale inferiore; 5. nel solco temporale superiore; 6. nella corteccia pre-motoria dorsale. Questo per quanto riguarda l’azione e l’osservazione di movimenti
fondamentali, ancora slegati da comportamenti emotivi. I neuroni a specchio servono per l’apprendimento attraverso l’imitazione, sono importanti per la comprensione di azioni delle altre persone, permettono di spiegare fisiologicamente la capacità dell’uomo di porsi in relazione con altri individui e nella comprensione delle emozioni, meccanismo che ci permette di entrare in empatia con gli altri individui – correlato alla cosiddetta intelligenza emotiva. Come dice il Rizzolatti, nel nostro cervello, osservando una determinata azione, si attivano gli stessi neuroni che entrano in gioco quando siamo noi a compierla.
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I neuroni a specchio sono coinvolti anche nel rapporto affettivo primario ( diade madre- bambino). Il bambino attraverso le emozioni che riceve dalla madre inizia un processo di identificazione stabilendo con lei un rapparto senza mediazione.. Tuttavia questa relazione ha in sé una certa quota di stress perché è impossibile mantenere una regolazione reciproca continua. Eè uno stress superabile di tipo evolutivo.
https://www.scuolissima.com/ Le differenze individuali nei processi regolatori sono il risultato, nei primi tre anni di vita, dell’effetto combinato delle strategie di accudimento dei genitori e delle componenti biologiche e temperamentali dell’autoregolazione; l’apprendimento, all’interno della diade, delle prime strategie di regolazione, pone le basi per lo sviluppo futuro di capacità complesse come l’empatia e la lettura della mente dell’altro. (Fonte: Renzetti, Tripicchio, 2010 inhttps://www.stateofmind.it/2018/11/regolazione-emotiva-neuroscienze/) Nelle interazioni diadiche di tipo psicologico l’espressione vocale e gestuale è quell’atto sensomotorio regolato e strutturato in modo sincronico (sintonizzazione affettiva) che dà vita all’attaccamento intimo e affettivo (Trevarthen & Aitken, 2003). a intersoggettività che si realizza nell’interazione diadica si dà come consapevolezza empatica innata, un primitivo senso di sé supportato da competenze percettive e comunicative interpersonali, comprensione di sé e dell’altro come di due stati mentali che possono essere condivisi. È un meccanismo neurofisiologico innato che attiva la sintonizzazione inconscia e pre-riflessiva di sé con l’altro (Rizzolatti et al. 2002 – in Alessandro Bigarelli – fonte: http://www.neureka.it/blog/intersoggettivita-madre-bambino-parte-1/). Un esempio della sintonizzazioine affettiva è l’interazione che avviene attraverso il corpo (contatto, abbracci, carezze) e attraverso lo sguardo della madre. Un processo che aiuta e sviluppa l’organizzazione del Sé del bambino e i neuroni a specchio stanno alla base di queste precoci relazioni. Oggi si può dire che la funzione primaria dei neuroni a specchio non è la semplice imitazione, ma è la comprensione di quello che gli altri stanno facendo. E consentono non solo la percezione del movimento ma soprattutto l’osservazione delle emozioni altrui. In questo modo si può stabilire una sana e costruttiva relazione nella diade bambino madre. La mamma osservando il proprio bambino riesce a comprendere il vissuto del bambino e a percepire le sue emozioni in rapporto alla modalità di accudimento. Una madre sufficiente buona come diceva Winnicott, fa in modo che lo sviluppo del bambino (a livello mentale ed emotivo) sia sereno, equilibrato e consente di riconoscersi nel volto materno come in uno specchio.
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Il cervello empatico Il cervello empatico ha alcune strutture anatomiche fondamentali tra cui l’insula. L’insula è una piccola regione nella corteccia cerebrale situata all’interno del solco laterale. Per arrivarci, dovremmo addentrarci nella grande fessura che separa il lobo frontale e parietale da quello temporale. Riporto 3 studi ( 2015-2017-2019) su alcune tematiche di approfondimento dell’empatia che fanno riflettere e ci fanno meglio capire questo nucleo comunicativo che è inserito in alcune aree del cervello e ha bisogno solo di essere attivato.
1. – studio (2015) Questa ricerca è stata fatta all’Università di Monash, (pubblicata su Neurimage 2016) Australia, ha rivelato che il cervello delle persone razionali o logiche è fisicamente distinto rispetto a quello delle persone più emotive. Robert Eres, l’esperto a capo di tale ricerca, sostiene che “le persone con alti livelli di empatia affettiva sono spesso quelle che provano paura quando vedono un film dell’orrore o che piangono quando vedono una scena triste. Coloro che, invece, hanno un’alta empatia cognitiva sono più razionali.” Le persone con più’empatia affettiva hanno una materia grigia più densa nel lobo dell’insula, e dunque il loro cervello è diverso, per struttura e morfologia, da quello di coloro che sono più inclini all’empatia cognitiva. Si partiva dalla considerazione che l’empatia affettiva è la capacità di rispondere adeguatamente allo stato emotivo dell’altro e l’empatia cognitiva è l’abilità di comprendere concettualmente ciò che l’altro sta pensando o sentendo. (Eres, R., Decety, J., Louis, W.R., & Molenberghs, P. (2015). Individual differences in local gray matter density are associated with differences in affective and cognitive empathy. NeuroImage, 117, 305-310).
2. – studio (2017) La ricerca è stata fatta da neuroscienziati dell’Università del Colorado e pubblicata su “Neuron”. Secondo Yoni Ashar, primo autore dello studio “I sentimenti di empatia sono virtù che vogliamo coltivare, sia a livello personale che nella società. Comprendere queste emozioni potrebbe aprire la strada a maggiore empatia e compassione nelle relazioni personali e su un livello più ampio di società”. Dall’analisi dei risultati è emerso che il sistema della cura empatica coinvolge le aree cerebrali preposte alla stima del valore e della ricompensa, come la corteccia prefrontale ventromediale e la corteccia orbitofrontale mediale. Al contrario, la sofferenza empatica coinvolge i sistemi che aiutano a immaginare ciò che un’altra persona sente o pensa, e in particolare la corteccia premotoria e la corteccia somatosensoriale primaria e secondaria. (Empathic Care and Distress: Predictive Brain Markers and Dissociable Brain Systems-Ashar et al. Neuron- 2017)
3. – studio (2019) La ricerca si è focalizzata su empatia ed evoluzione e ha permesso di capire attraverso il “brain imaging” che l’essere umano quando vede qualcun altro che soffre attiva una regione del cervello, la corteccia cingolata anteriore, che è la stessa che si attiva quando sperimentiamo il dolore in prima persona. A permettere questo meccanismo dovrebbero essere i neuroni a specchio, scoperti nelle scimmie dal gruppo di ricerca di Giacomo Rizzolatti negli anni novanta, che hanno la particolarità di attivarsi sia quando compiamo un’azione, sia quando semplicemente la vediamo compiere. Questi risultati hanno suggerito che la corteccia cingolata anteriore sia la sede dell’empatia. La cosa più sorprendente – ha osservato Keysers, uno degli autori dello studio – è che tutto questo accade esattamente nella stessa regione cerebrale nei ratti come negli esseri umani, e mostra che l’empatia, la capacità di provare le emozioni degli altri, è profondamente radicata nella nostra evoluzione.(Emotional Mirror Neurons in the Rat’s Anterior Cingulate Cortex ( M. Carrillo et al. In: Current Biology- vol. 29, 1301-1312 – april 11- 2019). L’empatia, da questi studi, risulta avere un vantaggio evolutivo perché favorisce la messa in atto di abilità sociali fondamentali (apprendimento attraverso l’osservazione comprensione dei bisogni e dei desideri altrui, ottimizzazione delle relazioni tra individui (Aglioti & Avenanti “risonanze ed imitazioni in”mente e cervello” anno IV, n.23, 2006 pag. 80).
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Differenza tra altruismo ed empatia Un comportamento altruistico deve dare beneficio agli altri e deve essere mosso dal desiderio di fare del bene. Il concetto empatico è diverso dall’altruismo. L’empatia è orientata verso se stessi, l’altruismo verso gli altri. La compassione è la forma che l’altruismo assume nel confrontarsi con le sofferenze altrui con l’intento di rimediare i problemi dell’altro e di trovare il modo e gli strumenti per farlo.
Fonte: Mind n.162 anno XVI giugno 2018 pag. 25. Il commento appartiene all’autore dell’articolo Matthieu Ricard. L’attitudine ad aiutare qualcuno, comunque, ha una precisa collocazione ed è il lobo temporale medio. Qui, secondo una ricerca del Boston College (2019), si troverebbe il centro della prosocialità ( il mettere in atto comportamenti altruistici senza secondi fini e senza ricercare ricompense)..
Fonte dell’immagine: Mind n.166 anno XVI 2018 pag.31 L’empatia emotiva (affettiva) attiva prevalentemente l’insula e la corteccia cingolata, mentre la mentalizzazione attiva altre aree del cervello tra cui la corteccia prefrontale, il lobo temporale e la zona intermedia tra lobo temporale e parietale. La mentalizzazione coglie e interpreta il comportamento umano in termini di stati mentali come bisogni, desideri, emozioni, credenze, obiettivi, intenzioni e motivazioni.
Empatia e Mentalizzazione
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Insieme attraverso l’empatia e l’altruismo si possono fare grandi cose. Le reti cerebrali dell’empatia sono chiaramente diverse dalle reti cerebrali drell’altruismo. L’altruismo unito alla compassione è un antitodo al burnout, esso aumenta la forza d’animo, l’equilibrio interiore e la benevola determinazione nell’aiutare chi soffre. Il nucleo di base è l’empatia, attraverso l’atteggiamento empatico iniziamo a comunicare, a creare un legame trasmettendo in una prima fase un messaggio informativo e in una seconda fase garentendo una relazione di qualità. Entrambe le cose possono essere facilitate da un ascolto comprensivo
Precedentemente ho accennato che per mettersi nei panni dell’altro non c’è solo l’empatia ma anche la mentalizzazione, che impegna aree cerebrali diverse: corteccia prefrontale; lobo temporale e zona intermedia tra lobo temporale e parietale. La mentalizzazione è rappresentare la mente propria e quella altrui. Questo meccanismo è molto usato dagli psicopatici che sono dotati di una forte empatia cognitiva che consente di capire l’altro cioè cosa pensano gli altri. In questo modo lo psicopatico si guadagna la fiducia della vittima e poi la distrugge.
Studio di grafologia classica sulla lettera “m”
La storia della lettera “m” Riprendo un articolo di Massimo Manzo sul tema “cultura” scritto sulla rivista “Focus” n° 331 aprile 2020 dal titolo “ L’abc dell’alfabeto”. Premesso che all’origine dei segni (che permettono la comunicazione scritta), c’è ancora tanto mistero, sembra che l’idea di illustrare i suoni potrebbe essere venuta a un minatore. L’alfabeto fu una invenzione straordinaria, una tappa fondamentale nello sviluppo della civiltà. Verso il 3.000 avanti Cristo esiste il sistema cuneiforme e i geroglifici egizi. Nel 1995 è stato scoperto a Tebe (antica capitale del regno egizio) dall’archeologo John Darnell una roccia su cui erano scolpite due iscrizioni con 19 segni grafici che richiamano lo stile ieratico (un geroglifico semplificato). Potrebbe essere il più antico alfabeto della storia. Secondo l’ipotesi di Darnell l’afabeto è nato per motivi commerciali come invenzione interculturale per semplificare gli scambi con una comunicazione semplice. In contemporanea a questa scoperta in Siria nella città di Ugarit veniva trovata una iscrizione con una trentina di segni ispirati al cuneiforme mesopotamico. Ma la svolta vera ebbe inizio nel 1500-1800 anni prima di Cristo nella regione di Canaan quando operai che lavoravano nelle miniere di turchese iniziarono ad incidere nome e invocazioni di divinità con la prima lettera del modello geroglifico. Ad esempio vedendo il disegno dell’acqua che in lingua semitica si pronunciava “MAYIM” avrebbero preso quel simbolo trasformandolo nel suono iniziale di “Mayin” che divenne la “m”. Ecco la nascita della “M”. Ispirandosi a questo alfabeto proto-sinaitico i fenici popolo semitico (originario dall’odierno Libano) a partire dal VIII secolo a.C. crearono un insieme di 22 lettere standard (alfabeto senza vocali). Attraverso scambi commerciali questo alfabeto venne copiato da altri popoli che lo adattarono per le proprie esigenze limguistiche. Nel mondo occidentale prevalse il greco che immise delle vocali riciclando caratteri delle consonanti che per loro erano inutili. L’alfabeto greco fu preso a modello per quello etrusco da cui nacque l’alfabeto romano (il più comune in occidente). Ad oriente, dall’alfabeto fenicio nacque l’aramaico da cui poi si sviluppò l’alfabeto ebraico e arabo.
La grafologia classica La grafologia classica non studia la singola lettera, (dopo la critica di Crepieux- Jamin al suo maestro l’abbate Michon reo di essersi fermato al segno fisso) ma vede la lettera nel gesto grafico in generale e la analizza nel contesto del tracciato,per cui il significato della lettera si evince dalle caratteristiche generali delle categorie segniche (Direzione, Dimensione, Spazio, Forma, Pressione, Movimento) in un contesto di combinazione di segni e si riesce a sintetizzare una tratto di personalità e a fare una sintesi del soggetto scrivente (favorevole o sfavorevole), vista sempre come ipotesi di lavoro, attraverso lo stile grafico (Ritmo, Organizzazione, Energia, Maturità. Creativita, Armonia) e le particolarità grafiche molto personalizzate (ricci, coattività, accessori, rarità, tipicità, moti semplici e complessi ripetitivi e individuali). Un buon esame richiede (dal soggetto scrivente), alcuni scritti redatti in tempi diversi, la conoscenza di eventuali patologie sofferte e della terapia farmacologica effettuata, il bagaglio culturale, il lavoro che svolge. Ormai le scuole grafologiche non possono fare a meno di una integrazione con altre scuole nazionali. Questa integrazione ha portato un salto di qualità. Purtroppo però sono pochissimi i grafologi clinici, cioè i grafologi che sanno fare a livello obiettivo uno studio di personalità che possa essere replicato e verificato da altre scuole in modo obiettivo e coerente. La personalità non può cambiare a secondo la scuola grafologica o ancora peggio secondo lo specialista. Una carenza drammatica è la mancanza di formazione, il dilettantismo, il non aggiornamento, il non sapere fare una analisi corretta, la chiusura mentale e naturalmente la mancanza di umiltà.
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La “m” ha un significato multiplo per la sua organizzazione (arcuata e a ghirlanda), per la sua simbologia (alto basso, prima e dopo), per la sua struttura formale intrinseca (tre zampette) nella storia del percorso grafico da sinistra a destra sia in relazione sociale allargata (io-tu-gli altri) che familiare (io – la mamma e il babbo) che rispetto al tempo (passato e futuro).
“m” arcuata Le tre zampette della lettera si uniscono in alto ad arco “m” a festoni (a ghirlanda)
Le tre zampette della lettera si uniscono in basso con la formazione di una “vasca” a forma della lettera “u”.
Dipendenza Protezione più introversione
Autonomia Distacco più estroversione
Significato di base Generico:estroversione, gentilezza, prevale più il sentimento che la ragione, spirito d’adattamento Favorevole: Elasticità mentale, spontaneità, empatia, altruismo Sfavorevole in contesto di grafia stentata e titubante (indecisione e insicurezza e mancanza di autonomia); con pressione pesante (pseudo altruismo); con vasca, calibro grande e discendente (melanconia o debolezza fisica)
La lettera “M- m” per la sua estensione è considerata una lettera nobile, aristocratica, di grande impatto sociale.
Il primo significato della “M-m” nasce dal capire la differenza tra la forma arcuata e a ghirlande (o a festoni) della lettera. La “m” arcuata ha un significato prevalentemente sfavorevole ad eccezione che non si trovi in un contesto di scrittura armoniosa o in un contesto accettabile (dinamismo, buona organizzazione, quadruplice larghezza). In genere nella scuola media (tra gli 11 e i 14 anni il modello calligrafico arcuato (che è il punto ufficiale di riferimento insegnato ai ragazzi della scuola elementare) si trasforma nella forma a ghirlanda (a festoni). L’arco che si forma nell’età evolutiva induce il bambino a strategie di auto protezione (nascondimento, maschera, dissimulazione e chiusura d’animo), meccanismo di difesa sia riguardo alle idee (lettera nel complesso) sia sulle azioni (aste della lettera e collegamenti). Successivamente si preferisce il modello a festoni (a ghirlanda) per il dinamismo intrinseco e neurofisiologico di una grafia più veloce e rapida sia perche ci si vuole scrollare di dosso il super – io delle conservatorismo e della tradizione e passare dal dovere al piacere di vivere. Le scelte non sono più obbligate ma diventano autonome. In sintesi la “m” arcuata scolastica protegge (a tipo schermatura) il ragazzo e l’adolescente dalle istanze del super-IO, nel soggetto maturo se persiste, implica una personalità che accetta le regole sociali, si adatta a vivere osservando le leggi (è più passivo che attivo). Non è riuscito a superare l’educazione remissiva che ha avuto, non discute, accetta creandosi così uno scudo di difesa. In sintesi la “m” arcuata è sottomissione, dipendenza, accettazione, bisogno di protezione; la “m a ghirlanda è espressione di autonomia, indipendenza, desiderio di rapporti sociali. Quando in un tracciato grafico si trovano entrambe le forme vuol dire che la persona si adatta a secondo le varie circostanze con ottime capacità esistenziali.
Significato di base
Generico: introversione, chiusura d’animo Favorevole Mente conservatrice e tradizionalismo e in contesto dinamico, armonioso implica necessità di attività costruttiva con l’intenzione di portare a termine gli obiettivi Sfavorevole: In una grafia lenta, stretta, rovesciata implica sdegno, orgoglio, arroganza, dissimulazione; in alcuni casi e in contesti di livello formale basso e mancanza di ritmo implica sindrome paranoidea. In molti casi nella persona adulta indica menzogna consapevole finalizzata a raggiungere determinati scopi
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Bisogna tuttavia sempre porre attenzione al contesto grafico che se si presenta stentato, floscio, titubante esprime indecisione in una persona che può mancare di coerenza e di unità nel suo percorso di crescita. Il secondo significato della lettera “m- M” parte dall’intuizione formidabile e straordinaria di Max Pulver, “La simbologia della scrittura” – Boringhieri ed. pag. 49) su questa lettera, senza avere il supporto di una teoria di base: la prima zampetta è’IO, la seconda zampetta, è la persona a cui voglio bene, che mi sta accanto (mamma, babbo, amore, amicizia,parentado ecc.), la terza zampetta è l’altro, l’ambiente, il mondo esterno. E’ l’espressione dell’empatia, della comunicazione in una rapporto dinamico tra IO – TU – l’ALTRO. Quindi la comunicazione all’interno del proprio, sé, nel contesto familiare, nel rapporto ambientale. Riporto una parte di ciò che ha detto Pulver:
“Indicheremo la prima asta con “IO”, la seconda con “TU”, la terza con “GLI ALTRI”; secondo la loro disposizione inaltezza potreme riconoscere il rapporto del sentimento dell’IO scrivente con il TU che gli è prossimo e con il più lontano “GLI ALTRI”: Ciò che intendiamo per IO risulta chiaramente dalle pagine precedenti( in cui Pulver si dilunga per 4-5 pagine sulla grandezza della scrittura, prima espressione della grandezza del sentimento di sé ( sentimento del proprio valore). Con il termine “TU” qui intendiamo una persona vicina, per esempio il marito o la moglie,un amico, eventualmente parenti o maestri o capi: il TU indica semplicemente la persona che di fatto è più vicina. E proporzioni acendenti o discendenti fra IO e TU esprimo quindi il mio atteggiamentodi sottomissione all’altro o la subordinazione dell’altro a me, il mio comportamento autonomo o la mia sottomissione a una legge estranea. Se i due apici si trovano alla stessa altezza il rapporto fra le due persone è equilibrato. Se poi consideriamo la terza asta, che abbiamo chiamato “GLI ALTRI” incontriamo una terza relazione, quello con l’Io con tutto quanto non lo concerne da vicino. A seconda della situazione e strutturazione dell’IO, “GLI ALTRI” potrà essere identificato con il resto dell’umanità, con gli stranieri, il pubbli co,la massa l’elettorato, la società,i sudditi; insomma si tratta di qell’X anonimo a cui fanno necessariamente riferimento il comportamento e l’attività di ogni individuo che vive tra i suoi simili. Qui i rapporti di altezza presentano le seguenti possibilità: 1.- “GLI ALTRI” ha l’altezza massima: in nquesto caso il pubblico o l’opinione pubblica costituiscono il criterio determinante per lo scrivente; 2.- “GLI ALTRI è l’elemento più basso: in queso caso il fattore pubblico onon è considerato affatto o è trascurato; 3.- “GLI ALTRI” ha lastessa altezza dell’IO e del TU: in questo terzo e ultimo caso i tre fattori sono presi ugualmente in considerazione”.
Il terzo significato della lettera “M-m” rientra nel cammino grafologico della lettera e nel cammino di vita del soggetto scrivente. In questo viaggio interiore di tipo grafologico, ogni lettera è una triade, a livello simbolico,e rappresenta la mamma, il bambino, il babbo per cui prima del rapporto “IO-TU- L’ALTRO, c’è stato il rapporto tar il soggetto e la sua famiglia d’origine. E’ lettera del matrimonio classico. Nella sua maturità evolutiva c’è il rapporto triangolare della famiglia il piccolo, la mamma e il papà con i condizionamenti che ha subito dal passato (a sinistra, la mamma) e a destra il babbo, il futuro. Che poi saranno interiorizzati a livello generazionale con la possibilità di trasmetterli ai propri figli. E’ un ciclo continuo di nascita e di rinascita.In alcuni momenti della vita la parte destra diventa il figlio e la parte sinistra il genitore, ma i ruoli possono cambiare nei vari rapporti che la grafia ci consente di vedere in modo obiettivo tra passato, presente e futuro, e così via. Questa ipotesi è stata sviluppata secondo una teoria molto precisa dal metodo Angeloni. Il quarto significato appartiene all’organizzazione strutturale della lettera sia fatta ad arcata che a ghirlanda (a festoni): è espressione del tempo e dello spazio, del passato, presente e futuro; la nascita, la morte ( inzio e fine della lettera) e poi lo spazio tra le varie zampette indica un o spazio di attesa, di riflessione, di dialogo interiore, di meditazione personale. In un contesto grafico armonioso la lettera “m” può significare è il segno dell’atarassia, del distacco empatico, della consapevolezza neutrale.
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Secondo Crepieux –Jamin (e io concordo in parte e aggiungo qualche postilla integrativa) una scrittura è armoniosa quando è presente questa combinazione di segni nel contesto grafico.
1. Proporzionalità (equilibrata ripartizione del tracciato grafico nella zona superiore, media e inferiore, considerando che la la grandezza della zona superiore e inferiore corrisponde più o meno al doppio della zona media). E’ espressione del concetto “in media stat virtus”, e del senso della moderazione e della temperanza che secondo Platone nel dialogo sulla “Repubblica” costituisce una grandezza enorme nell’arricchimento di un uomo
2. Fluidità: è il cammino senza sforzo (implica dinamismo, movimento, apertura, scambio, tolleranza, disponibilità). Come un fiume che scorrre dalla sorgente alla foce, dalla nasciata alla morte. La fluidità, la scorrevolezza, deve essere naturale e spontanea, in alcune parti può esserete, allentata, o contrastata ma nell’insieme deve essere elastica in modo da adattarsi a tutto il tracciato come percorso evolutivoe si osserva non solo in tutto lo scritto ma anche nella singola lettera millimetro per millimetro, segmento per segmento, linea per linea.
3. Ordine con accurata spontanea: è il senso del rispetto, delle regole, la forza di volontà ma anche la capacità di sviluppo del lobo frontale, cioè la strategia di pianificare e di portare avanti con successo un obiettivo, il senso di autodisciplina interiore senza dipendere dal passato e dal futuro.in più ci può essere il senso critico e la capacità di riflessione.
4. Chiarezza con variabilità, fluttuazione e rapporto equlibrato tra modello e antimodello: è una grafia leggibile, comprensibile. Buona comunicazione mentale con capacità di coordinare stimolo e risposta, azione e reazione e coscienza dei propri obiettivi da raggiungere.
5. Semplice ma evoluta: senza presentare bizzarrie, tratti inutili, forme aggiuntive superflue, estrosità e decori baroccheggianti. Esprime ponderazione e necessità di andare avanti con correttezza, affidabilità e onestà intellettuale.
6. Sobrietà con pressione media e tratto nitido o netto:è un tracciato non esuberante, ampolloso, ricercato, ma parco, lineare, fermo, deciso, più piccolo che grande tendente alla media come calibro. Implica autocontrollo, autodeterminazione, senso della misura.
7. Omogeneità ma con senso di creatività: è una grafia coerente per tutto il tessto. Non c’è contraddizione, non c’è pluristile. Lo scritto appare vergato da una persona stabile a livello emotivo, unita a livello mentale, controllata a livello istintivo ma molto personalizzata dove è presente un disuguale metodico nella media (variabilità moderata)..
8. Robusta. La grafia deve essere efficiente nel sistema neuromuscolare. Questo è il fondamento per una lettura del sistema nervoso centrale e vegetativo e del potenziale dell’autoefficacia. Quando una lettera si presenta floscia, snervata, cadente, ipotonica, quasi un po’ stentata è un elemento grave, gravissimo perché vuol dire che c’è un un focus di sofferenza che altera l’astrazione (meno efficace), la volontà ( meno energica), la mente (meno vigorosa). Inoltre si può avere il crollo motivazionale, la perdita di autostim, la mancanza di autorealizzazione e scarsa interazione con l’ambiente . Il lobo frontale è disfunzionale. Non si dà un senso alla vita.
9. Estetica. Una scrittura estetica è un tracciato che parla per immagine. Rappresenta un livello formale grafico elevato, con abilità visuo-spaziale originale, creativo, antimodello, elastico, ingegnoso, fine, nitido e altamente spontaneo e costruttivo di un rapporto uomo ambiente eccezionale e fecondo perché ricco di percezione dell’estasi sensoriale e cognitiva e del sentimento della bellezza che trascende.
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10. Automoderata:è la sintesi di tutti i segni precedenti. Questa condizione grafica si avvera quando nello stile grafico c’è un accordo e una concordanza tra le varie dimensioni senza esuberanza, stravolgimento, tensione eccessiva, esagerazioni, complessità varie. Ad esempio la forma eccessiva, ridondante blocca il ritmo, o viceversa il movimento ritmico esagerato stravolge la forma e così via. E’ il segno della saggezza grafica che si presenta anche se un elemento è dominante perché l’homo sapiens sapiens è unico (nella sua genetica, epigenetica e imprinting del vissuto esistenziale).
Per cui quando si parla del significato della lettera rispetto a un contesto grafico positivo o negativo ci si riferisce e si ha come punto di riferimento una scrrittura armoniosa o inarmoniosa. Il termine armonico o disarmonico è utilizzato in rapporto alla lettera che stiamo analizzando in relazione al confronto con il modello calligrafico di riferimento. Nella lettera “m” minuscola esistono 10 forme di connessione del tratto a cui darò una spiegazione negli esempi che seguiranno.
Riquadrata Puntellata A
dente di squalo
Angolosa a ghirlanda Arcuata Ad anelli superiori Convolvoli
Ad anelli inferiori Convolvoli
Ad anelli inferiori Convolvoli
Ad anelli inferiori Convolvoli
A filo A
A filo A
A filo A
doppie curve
doppie curve
doppie curve
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
1 Se l’angolosita è più accentuata si va nella forma “acuta” fino al al massimo che è il segno “irta” 2 E’ chiamata anche “ a feston i” ha la caratteristica di avere la vasca a livello inferiore (come la lettera “u”). La differenza tra “ a ghirlanda” o “ a festoni” risiede nel fatto che nella “m” a ghirlanda c’è la forma a sella meno larga che alta , nella “m” a festoni la vasca è allungata. 3 La parte superiore della struttura della lettera è redatta ad archi secondo il modello calligrafico 4 Il moto del convolvolo prima va a destra e poi ritorna a sinistra per formare l’asoletta nella zona superiore 5 Il convolvolo si forma con moto che parte da sinistra e va verso destra nella zona inferiore 6 I legamenti tra le aste (zampettine) tendono ad appiattirsi e a sviluppre un tracciato a forma di filo 7 E’ presente una curva superiore e inferior . E’ la scrittura ondulata. La differenza tra ondulata e “ a filo” sarà approfondita a
fine paragrafo. 8 A livello superiore e a livello inferiore. La connessione tra le zampette, tende ad essere una linea retta (come un lato di un
quadrato) 9 Il tratto di connessione ricalca quello precedente 10 Le angolazioni forti sono a livello inferiore e sono a forma di triangolo ( somiglianti a denti di squalo o pescecane)
Significati simbolici particolari della lettera “m” a secondo la struttura formale. Riprendo alcuni interpretazioni (riguardanti la lettera “m” in studi specifici sull’alfabeto) della scuola spagnola (Carles Munoz, Espinalt – Grafologia – Duxelm ed. 2008), dalla scuola francese (Johanne Daigle – les majuscules- La plume d’aigle ed. 2001; Moracchini M. – Manuale di grafologia- Hobby work ed.1996. Mi sono confrontato, poi, con Paola Urbani – Interpreta l’alfabeto – Franco Angeli ed.2009); Paolo Bruni – Simbologia della scrittura – Xenia ed.1994); Bruni & Sapetti “leggere l’anima – psiche ed. – 2009. Per quanto riguarda la grafologia italiana ho preferito il trattato del Moretti e alcuni approfondimenti dei suoi allievi: Palaferri N. (dizionario grafologico) e Lidia Fogarolo (il segno grafologico come sintesi psicologica). Riguardo al Marchesan rimando a “Psicologia della scrittura- segni e tendenze” e ad alcune sintesi dei suoi allievi: Bidoli “La psicologia della scrittura” – come decifrare la personalità attraverso l’analisi della scrittura; Lazzaroni Redaelli – corso di grafologia; Antonello Pizzi – Psicologia della scrittura. Sono stati consultati inoltre: ABC di grafologia di Crepieux –Jamin; Gille Maisani: psicologia della scrittura; Klages: la scrittura e il carattere; Pulver M: la simbologia della scrittura. Renna Nezos: interpretare la scrittura. Riporto alcuni esempi con l’ipotesi simbolica interpretativa.
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“M ” con ganci iniziali e finali implica egoismo con ansia di base che non accetta l’altruismo come condizione di vita. Dagli antichi grafologi la “M fu considerata la lettera dell’egoismo e dell’orgoglio personale (autostima esagerata). In realtà questi ganci possono essere considerati anche ricci della cerimoniosità.
“M” con zampette uguali sia in basso che in alto (stessa altezza, stessa pressione, stessa distanza tra le aste). Implica equilibrio tra l’io e l’altro, tuttavia si può sbagliare valutando le relazioni umane in modo troppo teorico. Scarsa naturalezza e spontaneità nel modo di estrinsecare il proprio modo di pensare.
“ m” senza ganci (semplice) e angolosa. Persona che ha un buon razionalismo ma l’angolosità accentuata in alto e in basso (grafia acuta) implica acutezza nell’intelligenza e sottigliezza nel sentimento con spirito di contraddizione. Comunque l’angolosità coinvolge l’atteggiamento competitivo, il coraggio ma anche la caparbietà e la scarsa flessibilità. L’arcata con angolosità , a secondo il contesto, può essere indice di egoismo ed ipocrisia.
“M” con terza zampetta più alta delle altre due. Implica che il soggetto scrivente dipende dall’altro. Il pubblico e l’opinione altrui sono la misura dei suoi comportamenti e delle sue azioni. C’è una scarsa sicurezza di base e il soggetto proietta la sua azione in attesa del giudizo altrui in relazione alla risposta ambientale. Può andare incontro a invidia oppure ad ansia del giudizio altrui.
“M” con il primo gancio che si proietta verso l’alto e l’utimo che si proietta in basso con convolvolo. Istinto maligno e compiacenza per tutto ciò che è perversione. C’è una mancanza di autocontrollo per frenare il desiderio di accumulare.In questo tipo di “m” il gancio finale che forma una piccola asola dagli antichi grafologi è stato chiamato il “cappio dell’egoismo”. In questo caso la forza istintuale dell’IO sintetizza la tenacia con l’egoismo subdolo e possessivo.
“M” che ha la prima zampetta più alta delle altre due, Una zampetta non molto sproporzionata e asimmetrica ma solo più alta. E’ l’IO sul piedistallo che ha la più grande importanza rispetto a tutti gli altri. Se la prima zampetta non è molta sproporzionata implica coordinazione buona e controllo sugli interessi personali e sulle proprie esperienze di vita.
“M” con 3 zampette, tra cui la prima più alta ma molto angolosa. Implica una persona vanitosa, che si crede di essere su un piedistallo e tenere sotto contollo il “tu” e “l’altro”. Questo soggetto scrivente, sdegnosamente non si chiude su una torre d’avorio, fino a che essere socievole può offrire varie opportunità (altruismo egoistico e interessato) ma presenta sempre un tono freddo e una cortesia utilitaristica nei suoi rapporti interpersonali.
“M” con seconda zampetta più alta: qui c’è il predomino di persone nell’entourage familiare o amicale. Il soggetto è condizionato, l’IO non è autonomo e ha perso d’importanza. Il comportamento dipende dagli altri. Non è indipendente…. è sottomesso e gregario, facilmente influenzabile.
“M” con zampetta centrale più bassa rispetto alla prima e alla terza che rimangono alla stessa altezza. Implica un pensiero di bassa autostima nei confronti dell’ambiente più prossimo a noi e della famiglia anche allargata. Hanno più valore e considerazione gli estranei che coloro che ci sono vicini.
“M”redatta con tracciato veloce, rapido e con tratto finale diagonale che va verso l’alto. Tracciato inclinato a destra. E’ un soggetto nervoso impulsivo (temperamento collerico- melanconico). Il tratto diagonale finale che va verso l’alto è un riccio di fissazione.
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a b
“M” con gancio inferiore finale. Implica una personalità egoistica acquisita a causa dell’inffuenza ambientale . E’ un soggetto che sa approfittare delle opportunità che le offre la vita. Sa agire e parlare con molta speculazione per raggiungere i propri obiettivi.
“M” ondulata (a) e a filo (b). Carattere indeciso. Tendenza all’insicurezza e a non essere mai pronto a prendere una decisione. Il soggetto scrivente non sceglie (ha un nucleo profondo di immaturità), tuttavia e capace di raggiungere determinati obiettivi attraverso tattica e diplomazia (può avere un pensiero versatile). A mio parere questo tipologia di scrittura è presente nel temperamento misto flemmatico- melanconico (il tracciato tende a “ discendere”), per cui bisogna anche pensare a una mente creativa se associata a un contesto per esempio di scrittura combinata bene (grafia organizzata ben connessa con forme originali)
“M” con gancio iniziale inferiore sulla sinistra. Delirio narcisistico di apparire. C’è un egoismo alimentato dalla vanità. E’ una persona che compra un oggetto non per la sua utilità ma perché in quel momento va di moda. Non crede in se stesso ma in quello che diranno gli altri. Il significato di questa lettera va approfondito a causa dell’angolosità (acuta) e della pressione marcata delle aste e dei filetti.
“m” con aste strette, non distanziate. Indica una situazione di disagio come una persona che si mette da parte per non disturbare. C’è da considerare l’angolosità e il fatto che le aste possono sprofondare al di sotto del rigo ideale della linea di terra (riccio del materialismo). Nella “m” ad arcate strette c’è un carattere timoroso e chiuso con difficoltà comunicative e tende a collaborare poco con gli altri.
“M” con ganci iniziali e finali molto elaborati a riccio. E’ egoismo superficiale. Il soggetto scrivente supportato da una realtà non solo povera ma molto debole, pretende di dominare gli altri. Considerando che il movimento per formare questa forma è centripeto il significato è indice di narcisismo. All’inizio del primo tratto della “m” c’è civetteria, frivolezza, compiacimento e vanità, alla fine dell’ultimo tratto della lettera c’è il rifugio nel proprio “IO” con tendenza al calcolo.
“M” con gancio iniziale superiore a sinistra indica orgoglio narcisistico ed essendo l’asta con concavo a sinistra. L’asta ritorta iniziale (simbolo dell’io), più grande e anche più accurata nella sua forma rispetto alle altre due zampettine (sembra una lettera “C” speculare a forma di conchiglia) è indice di repulsione, un blocco di comunicazione verso il TU e l’ALTRO alla cui base c’è il narcisismo e l’egocentrismo a cui si aggiunge avidità di piacere e un non so che di civettetria (a conchiglia potrebbe benissimo rientrare nella grafia flessuosa). Il segno flessuosa viene fuori quando nel tracciato mancano i segni della rigidità ed è presente una fluidità del movimento prevalentemente curvilineo con alcuni tratti graziosi.
“M” a ghirlanda con profilo quadrato alla base. Realismo e sangue freddo E ‘ un razionalista,un calcolatore che valuta vantaggi e svantaggi per raggiungere un obiettivo.Nella forma con profilo quadrato in alto implica atteggiamenti rigidi, pensiero conformistico. Il soggetto scrivente, in qualche modo, è represso e inibito. In alcuni casi, comunque, può essere espressione dell’assunzione di un ruolo per apparire con una certa seduttività.
“M” a denti di pescecane. Implica falsità, ambiguità, ambivalenza. oulver lo fa rientrare nei segni di insincerità. Il soggetto scrivente è un furbo sia a livello mentale che commerciale (esperto negli affari perché riesce a convincere), in realtà è un ipocrita e un dissimulatore.
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“” M” ad arcata con anelli a livello inferiore.. Implica un carattere che tende alla menzogna, all’ipocrisia, all’adulazione. E’ chiamata anche scrittura a doppie curve” (Renna Nezos). Implica debolezza, scarsa energia volitiva, mancanza di fermezza, insicurezza (il soggetto difficilmente prende decisioni). In contesti negativi implica anche codardia. Rientra questo modo di fare la “m”, nella scrrittura a laccio ma essendo il laccio inferiore siamo sulla linea della terra. Ci si protegge da quello che viene dal cielo e da sotto la terra, dai fulmini e dai terremoti.
La scrittura ondulata e ”a filo” (o allentata) . E’ meglio non chiamarla scrittura filforme per non creare confusione con la scrittura a pressione leggera che alcune scuole grafologiche chiamano “scrittura filiforme”, sottile come un filo. La scrittura ondulata presenta nelle lettere “m”, “n”, “”u”, un tracciato ondulato come un mare tranquillo. Ci può essere la scrittura ondulata con tendenza all’angolo o alle arcate. La scrittura “ a filo” assomiglia a un filo che si srotola, le aste della “m” si riducono di altezza. Ovviamente questo comporta un allentamento. Il Marchesan chiama questo tipo di grafia “scrittura allentata”, in cui c’è la presenza di un andamento strascicato tra moto discendente e ascendente con la formazione di una distenzione eccessiva del tracciato. Secondo Klages la scrittura “ a filo” ha un livello formale basso (imprecisione, non proporzione, non regolarità, disarmonia) e quindi ha una differente interpretazione rispetto alla scrittura ondulata. La scrittura ondulata coinvolge l’intelletto, e in rapporto all’altezza di altre lettere può dar luogo alla scrittura fluttuante. Da una parte c’è idealismo e intraprendenza, dall’altra attaccamento al quotidiano con ansia e insicurezza (temperamento melanconico). Il movimento ondulato comporta una riduzione dell’angolosità (soggetti che evitano lo scontro frontale; ma se il tratto ha una buona pressione (a rilievo), il soggetto non perde la volitività e si dimostra anche ostinato nel portare avanti alcune sue idee. La scrittura ondulata a doppia curva può avere dei significati sfavorevoli (debolezza, indecisione, personalità opportunistica, il soggetto scrivente segue quello che dicono gli altri (è un pecorone!). In un contesto grafico, con scrittura lenta può significare indolenza, dissimulazione. Vels da interpretazione di fantasia, buon umore, evasività, abilità, ipocrisia.. In alcuni contesti può significare anche desiderio di adattamento La scrirttura filifome nell’interpretazione generica può essere indice di un adattabilità, tatticismo, diplomazia, umore mutevole, e temperamento flemmatico. Questo segno spesso può essere presente in persone asteniche, malati, o in soggetti passivi, pigri.
“M” con inclinazione a sinistra, un po’ stentata, qualche tremito e accorciamento delle aste. Temperamento melanconico. Il soggetto scrivente è timido ed è molto inibito di fronte a persone con un ruolo sociale più importante
“M” con inizio curvo che termina con un tratto nitido e leggero implica la tendenza al temperamento flemmatico. Si può notare anche una differenza di dimensione nelle forme. Il soggetto scrivente cerca di realizzarsi camminando con una leggerezza di pensiero per superare le eventuali crisi esistenziali. Potrebbe rientrare nella scrittura ondulata e in questo caso va valutata nel contesto perché può essere espressione di sensibilità e delicatezza ma anche di ansia, di ambiguità.
“M” con un ovale nella prima asta. Inizia la struttura (abbastanza disorganizzata) della lettera con una tasca e termina con un finale montante. Temperamento sanguigno. Il soggetto è in grado di ricordare che è vissuto in una famiglia con pregiudizi che l’hanno portato ad avere blocchi personali di crescita. Una perdita nell’illusione.Nel convolcvolo c’è l’Io con il suo passato, con le sue memorie.
“M” angolosa e a scatti dimostra dai tratti dall’alto al basso con inizio dritto e stentato. Temperamento collerico. Un soggetto che tende all’aggressività ed ha una risposta molto reattiva di fronte a stimoli ordinari. Può presentare un carattere con scarsa dolcezza, scarsa empatia e non compassionevole.
“M” a ghirlanda inanellata a livello superiore. Implica una amabilità calcolata, un carattere furbo soprattutto. nel tram tram quotidiano. La grafia ad anelli denota abilità nelle relazioni e (in contesti negativi: grafie lente…) questa abilità è accompagnata da calcolo, intrigo, interesse. Può significare anche conflitti con la madre, nel senso che la madre non è coerente con quello che il bambino aspira e chiede.
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Può avere un significato favorevole in presenza di un contesto di grafia creativa (originalità,attività mentale intensa). Il significato sfavorevole implica impazienza, nervosismo, tendenza ad evitare responsabilità, disognestà, comportamento equivoco ed ambiguo, instabilità mentale, complesso di inferiorità. Marchesan nella scrittura allentata vede una personalità pigra, demotivata, lenta risposta agli stimoli e tendenza a rinviare a domani ciò che può essere fatto oggi. Nella trilogia tra essere, avere e fare, in questo tipo di scrittura si ha un essere “fragile”, un avere “povero” (carenza di iniziative, risorse e interessi), una fare “inconcludente”, cioè un non fare con scarso rendimento.
Nella pagine seguenti darò alcune note su alcuni segni che possono coinvolgere la lettera “m” sia maiuscola che minuscola. Ovviamente dò il significato che la maggioramnza degli autori e la mia esperienza personale in grafologia clinica mi ha obiettivamente dato come conferma. Ricordo, tuttavia, che quando parlo del significato in un contesto positivo o negativo, favorevole o sfavorevole mi riferisco alla scrittura che presenta la maggioranza dei segni dell’armonia. Il punto di riferimento deve essere sempre quello. Per esempio c’è un ricciolo, un anello, un convolvolo nella “m – M” , il grafologo lo deve valutare nel contesto della grafia del soggetto scrivente che può essere “carezzevole”, “ritornante”, “ornata”, “graziosa”, ricciuta”, “ad anelli”, elegante”, a laccio, a nodi, disegnata, illustrata. Oppure il segno si può presentare solo nella lettera “m-M”.
Convolvolo (arte del piacere e arte dell’inganno) E’ un termine nel linguaggio morettiano che indica dei tratti grafici che tendono a fare delle volute, degli anelli, delle forme a spirale. Si possono avere tre tipi di convolvoli.
1° tipo: convolvoli della ghirlanda che nel movimento progressivo – regressivo produce degli anelli (savoir –faire- carattere amabile- vivacità- simpatia; in senso sfavorevole: amabilità diffidente; adattamento amabile ma poco sincero, ricerca di gratificazione (si utilizza la cortesia per essere graditi e accettati).
2° tipo: tratti che terminano con duplice anello o occhiello.e include i segni: flessuosa, accartocciata, ricci dell’ammanieramento. Implica in senso favorevole, controllo dei propri sentimenti, abilità nel tacitare, oculatezza e precauzione; in senso sfavorevole savoir-faire amabile ma insincero, abilità nel giocare con i sentimenti, e nel giocare di astuzia per farsi amare e ricercare, ma anche nell’evadere, nello sgusciare via, con tendenza alla menzogna,
3° tipo: tratti che che formano delle volute fino ad arrivare a formare delle forme a conchiglia. Persona non sincera che tende al tranello e a secondi fini dietro ogni comportamento; vita di relazione complicata e difficile che tende anche a infastidre gli altri.; problemi anche nel pensiero che diventa non ben definito ma elaborato e complesso. Questo tipo di convolvolo è sempre sfavorevole percheè implica come minimo il senso di vanità e di ricercatezza non sobria (il volere apparire) e poi via via……. inganno, astuzia, dissimulazione, falsità.
Scrittura carezzevole, ornata, disegnata, pittorica E’ un tipo di grafismo (scrittura carezzevole) in cui ci sono: 1.- movimenti iniziali in alcune lettere, semicircolari; 2.– tratti curvi iniziali o finali molto graziosi e ornati; 3.- movimenti a laccio (la carezza avvolgente) che si può trovare nella “m” maiuscola o nella “m “ a inizio parola (ma anche in altre lettere come la “f” la “p”). La positività di questo segno (funzione sentimento e delicatezza, fascino e seduttività) può emergere solo da una scrittura armoniosa. Nei restanti casi implica civetteria e a secondo del contesto, mancanza di scrupoli, interessi particolari, comportamento scorretto,adulazione, astuzia e cupidigia (Michon).
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Nella scrittura ornata le curve e le volute si localizzano quasi sempre nelle maiuscole e in alcuni casi si può arrivare a forme baroccheggianti,arabescate e a tipo rococò. E ‘ un grafismo mediocre perché è costituita da ornamenti inutili che complicano il tracciato. Tuttavia può dare qualche indicazione. Il significato generico è presunzione, forte immaginazione. In un contesto favorevole implica fantasia fertile e tendenza al temperamento sanguigno; in un contesto sfavorevole esibizionismo, complesso di inferiorità compensato in modo inadeguato, arroganza, egocentrismo. L’eccesso di ornata implica una grafia bizzarra (affettata, stravagante, molto estrosa). Qui è presente snob, e narcisismo ma anche un pizzico di originalità. La scrittura disegnata (Gille – Maisani) è un grafia originale che si può presentare in artisti, in geni letterari e musicali e in altre forme di ingegno (architettura, scultura, pittura, poesia). In questo tipo di grafismo spesso troviamo forme estetiche ed artificiose (molto ricercate). La scrittura “disegnata” offre delle opportunità a sondare e a scoprire il simbolo inconscio nella forma che sta di fronte a noi. Il disegno inconscio della scrittura dei primitivi (nella preistoria grafica) ci “illumina d’immenso” perché consente il salto di qualità dall’inconscio personale all’inconscio collettivo.
La scrittura pittorica (Marchesan) si avvicina alla scrittura disegnata ed elegante e implica una attitudine artistica.
Scrittura ad anelli, scrittura a laccio, ritornante La scrittura ad anelli è una grafia in cui il filetto di alcune lettere (m,n,u,i) accentua nella zona superiore la curvatura sinostrogira, riallacciando al successivo pieno tramite un piccolo occhiello (un asoletta). Secondo alcuni studiosi è più frequente tra le donne (Spagna, Francia e Italia). E’ più comune nella “m” a ghirlanda (a festoni), ma è presente anche nella forma arcuata. Il movimento ad anello è simile al movimento del laccio e un primo significato potrebbe essere quello di tendenza al’egoismo e all’avidità egocentrica. La scrittura ad anelli sintetizza spesso un movimento arrotondato, occlusivo, regressivo che implica aggressività orale, nascosta dietro una calcolata amabilità (dott. Dettweiler riportato da Gille Maisani). Nella scrittura ad anelli osserviamo tre caratteristiche: 1.- moto arrondato (funzione sentimento); 2.- tendenza a pesare verso il bassoda cui deriva la sella delle ghirlande (funzione sensazione); 3.- moto occlusivo tramite gesto regressivo (introversione- dissimulazione). In questa tipologia grafica si configura il temperamento melodico – ritmico di Léone Bourdel. In definitiva la scrittura ad anelli è ripresa dal Moretti come scrittura a convolvoli di primo tipo con lo stesso significato di gentilezza interessata, amabilità utilitaristica, da Vels in Spagna con il significato simile: talento diplomatico, calcolo interessato e disiimulato. La scrittura a laccio (Michon) oggi è meno frequente rispetto all’ottocento e al novecento; nella società contemporanea è rimasta in prevalenza nel paraffo di alcune firme ma è molto presente un tipo di laccio che possiamo chiamare “laccio moderno”, nei lanci iniziali e nei prolungamenti dei tratti terminali. Il significato favorevole è inventiva e agilità mentale, e desiderio di attirare l’attenzione; quello sfavorevole è vanità, adulazione, intrigo, egoismo. In passato questa tipologia grafica era il segno dell’impostore, della persona con modo di fare accattivante e insidioso, con possibilità di avere abilità commerciali. La scrittura ritornante di Marchesan (simile alla scrittura ad anelli) ha un’altra interpretazione ed è la tendenza ad evocare un passato doloroso (moto regressivo) da cui deriva tristezza e pessimismo (asola in alto nello spazio delle idee).
La scrittura uncinata o a piccoli ganci L’uncino è un segno che risale a Michon il quale 150 anni fa circa segnalò il taglio della “t” ricurvo con un piccolo uncino che rivela un carattere “tenace” che non abbandona mai una idea preconcetta. Da qui il significato del segno: tenacia, ostinazione, resistenza. Se l’uncino si trova in alto implica che il soggetto scrivente è convinto abbastanza fortemente delle proprie idee e teorie; se si trova nella zona mediana l’ostinazione più che riguardare l’intelletto è attinente all’atteggiamento.
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Più che inflessibiltà di pensiero in questo caso il soggetto non rinuncia alle proprie abitudini del vissuto quotidiano. L’uncino (gancio) nella zona inferiore è attaccamento alla materia, al denaro, In questo caso il soggetto scrivente potrà essere aggressivo, vendicativo, disonesto se il contesto grafico è negativo. L’uncino con moto regressivo può indicare anche egoismo. In sintesi l’uncino (no il gancio) che sono dei risvolti curvi o angolosi quando sono presenti nei tratti iniziali implicano sempre tenacia o testardaggine o per le proprie idee (zona superiore) o per atteggiamenti vissuti sia del passato che del presente – zona media) oppure difesa dei propri interessi (zona inferiore). Quando l’uncino è alla fine della lettera può essere un riccio dell’accartocciamento (tenacia basata sulla diffidenza); un riccio del nascondimento (nel nascondere ciò che si ha dentro); se, poi accompagna un riccio della mitomania (tenacia nelle idee di fissazione), o della flemma (tenacia nell’atteggiamento di menefreghismo).
Estensioni in alto (superiori) e in basso (inferiori) In genere sono interpretati attraverso il simbolismo degli spazi e secondo le indicazioni di Pulver. La linea di terra divide l’alto e il basso. L’alto è parte della luce, della coscienza, delle idee, dell’intelletto, delle immagini spaziali, della spirirualità; il basso è la parte del buio, della materia, del concreto, dell’eros, del possesso, della praticità, del l’inconscio. Debbo precisare che lo schema del grafologo svizzero Pulver (1888 – 1952) in parte è superato e lo studio cervello – scrittura sta portando molti contributi che confermano questo cambiamento. Una lettera allungata verso l’alto denota indipendenza, di pensiero, inventiva, immaginazione, ma se l’altezza è accentuata c’è scarso adattamento alla realtà, mancanza di equilibrio e comportamento utopistico. Se le estensioni sono strette c’è limitata capacità di pensare. Quando è presente abbellimento e ipetrofia implica esagerazione, megalomania dell’io. Una pressione debole in zona superiore coinvolge la spiritualità, l’ascesi e il misticismo. Una lettera allungata verso il basso coinvolge le forze primitive dell’inconscio. Una lettera senza estensione né superiori né inferiori è una lettera accorciata e denota una fantasia sterile, una concentrazione di interessi sia in campo sentimentale che materiale (è la grafia di molti adolescenti di oggi). Molti significati aggiuntivi intervengono a secondo della grandezza, della pressione, della direzione (destra- sinistra) e dei vari collegamenti. Nella lettera “M-m” queste variazioni sono estremamente importanti per cui accennerò e approfondirò qualcosa nel paragrafo seguente parlando dei ricci. In Marchesan la scrittura svettante (estesa, allungata in alto) implica sensibilità per cose ideali ma anche la tendenza a ricorrere al meccanismo di difesa della sublimazione, mentre la scrittura radicata (allungata in basso) è il segno di chi ha i piedi per terra, intenzionato a soddisfare i propri bisogni. In questo caso l’eros si nutre nell’ ES.
Ricci più presenti nella lettera “M- m” Il riccio è un tratto non previsto dal modello calligrafico, spesso è aggiunto all’inizio o alla fine di una lettera. In un soggetto scrivente ci possono essere diverse tipologie di ricci. In questo caso emerge dominante la “scrittura ricciuta”. In effetti più che deformare la lettera per il soggetto scrivente il riccio ha una unterpretazione diversa deel modello calligrafico, aggiunge linee che il modello non ha e non consente di mettere. Alcuni soggetti anche nel linguaggio parlato hanno l’abitudine di accompagnare la parola con alcuni gesti di cui potrebbero fare a meno, ma che arricchiscono il dialogo e la comunicazione di tonalità affettive, emotive, sentimentali molto coinvolgenti…..tuttavia questi tratti aggiuntivi possono dirci molto della personalità del soggetto. Messi all’inizio di una lettera possono implicare insicurezza o tatticismo, presentazione di sé (riccio dell’insicurezza, della cerimoniosità, estetico, elegante, della vanità) ,alla fine della lettera esprimono passionalità, difesa,, aggressività, spavalderia (riccio soggettivo, spavalderia9. Se vanno verso l’alto indicano fissazione idealistica, se si si proiettano verso il basso, desiderio materialistico. Tutto ciò che è sotto il rigo è nella zona del buio e quindi è imprevedibile. Non c’è solo il materialismo, ma anche la possessività in cui eros e tanatos giocano un ruolo dominante. Si può arrivare al sadismo spietato, all’aggressività violenta, alla follia erotica (a secondo della profondità, della pressione, e di altri indici grafici valutati nel contesto grafico). Do qualche accenno riguardante la lettera “M-m” sia della scuola morettiana, di Marchesan e della scuola francese.
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Il grafologo esperto sa che un riccio può determinare un tratto di personalità se è frequente, sa anche che il significato del riccio è una possibilità tendenziale anche se compare una sola volta. E’ da tenere sempre in considerazione, ovviamente nella combinazione di altri segni e nel contesto generale. Comunque essendo una trasgressione del modello calligrafico potrebbe preludere a situazioni di raptus, in alcuni casi e di tendenze ambigue, di nascondimento, di passività, di idee deliranti, ossessive, e di essere il nucleo di una personalità nevrotica o psicotica o dissociativa .
Riccio della mitomania di terzo tipo (allungamenti sotto il rigo a linee rette marcate). Fissazione e auto suggestionabilità
Riccio della mitomania di primo tipo (sono linee allungate in alto in linea retta a partenza dalla base della lettera). Significato:: fissazione idealistica
Riccio della mitomania di secondo tipo (linee gettate con slancio sotto il rigo). Significato: dissociazione della personalità
Riccio della mitomania di secondo tipo (linee gettate con slancio sotto il rigo). Significato: dissociazione della personalità
A parte l’interpretazione della scuola morettiana, queste tre tipologie di ricci appartengono tuttti alla patologia dell’idea che diventa paranoidea, maniacale, allucinatoria, ossessiva. Quindi sono tutti ricci di fissazione. Il riccio della mitomania è un segno patologico della fantasia aberrante (Moretti: “ la passione predominante”). E’ opportuno fare un approfondimento su riccio del materialismo, della fissazione materialistica e della brutalità (Marchesan). Sono tratti che appartengono al cervello rettiliano.
Il riccio della brutalità è una linea a forte pressione che oltre il rigo di base, a volte la pressione è a nodo finale (a clava); altre volte il tratto marcato all’inizio tende ad assottigliarsi (riccio della brutalità morbosa), altre volte il tratto finale ripiega verso sinistra (riccio della brutalità morbosa nascosta).
La scrittura claviforme (Renna Nezos) in un contesto sfavorevole implica carattere esplosivo, intransigenza, inflessibilità, predominio dell’istinto, tendenza criminale.
Il riccio della fissazione materialistica è un tratto ascendente (filetto che parte dalla zona del buio). Se il filetto è marcato ha gli stessi effetti del riccio del materialismo.
Personalità attaccata all’interesse e al piacere dei sensi, portata all’utile e al dilettevole. Ansia e bisogno osssessivo di avere una base di appoggio. Preoccupazioni e fobie per ciò che ha e può perdere.
Il riccio del materialismo è un tratto che va sotto il rigo indipendentemente dalle direzioni che poi potrà prendere (a destra, a sinistra, in alto).
Il riccio del materialismo è un tratto che va sotto il rigo indipendentemente dalle direzioni che poi potrà prendere (a destra, a sinistra, in alto).
Personalità molto dura a livello sentimentale, con difficoltà nei rapporti affettivi e nella comunicazione interpersonale. Ha tendenza ad imporsi soprattutto per realizzare un possesso. Hanno una gelosia ossessiva possiva molto pericolosa per raptus istintuali che possono travalicare in violenza.
Personalità molto dura a livello sentimentale, con difficoltà nei rapporti affettivi e nella comunicazione interpersonale. Ha tendenza ad imporsi soprattutto per realizzare un possesso. Hanno una gelosia ossessiva possiva molto pericolosa per raptus istintuali che possono travalicare in violenza.
Personalità molto dura a livello sentimentale, con difficoltà nei rapporti affettivi e nella comunicazione interpersonale. Ha tendenza ad imporsi soprattutto per realizzare un possesso. Hanno una gelosia ossessiva possiva molto pericolosa per raptus istintuali che possono travalicare in violenza.
Personalità molto dura a livello sentimentale, con difficoltà nei rapporti affettivi e nella comunicazione interpersonale. Ha tendenza ad imporsi soprattutto per realizzare un possesso. Hanno una gelosia ossessiva possiva molto pericolosa per raptus istintuali che possono travalicare in violenza.
Il significato di base di questi tre ricci è la tendenza a superare ogni ostacolo per raggiungere i propri obiettivi (anche attraverso la vioenza, l’aggressività, il sadismo, l’omicidio). Ovviamente va visto il contesto grafico in cui possono essere frequenti altri segni che attenuano la tendenza che si esplicita e si manifesta in modo chiaro a secondo la frequenza, lunghezza e pressione. Il disturbo antisociale di personalità è dietro la porta. Il riccio della brutalità si può chiamare tranquillamente “ riccio dell’impulsività” per evitare etichette etiche e di giudizio morale.
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Ora osserviamo una combinazione nella parola “mamma” per capire meglio alcuni significati nascosti che poi ci porteranno a capire meglio l’”analisi del segno in grafica simbolizzata” .
In questo caso nella prima “m”, nella prima zampettina c’è il riccio di fissazione materialistico e nella terza zampettina c’è il riccio del materialismo.
In questa parola “mamma” è presente un riccio di fissazione materialistica e un riccio dell’aggressività (brutalità) ma in due “m” diverse”
Analizziamo la struttura forma formale della lettera e vediamo di avvicinarci al significato al di là dei nuclei di fissazioni che sono a contatto sotto la linea di terra: uno parte all’avvio della lettera e l’altro ritona al termine della lettera come prolungamento della terza zampetta. Nel primo caso (a) siamo in presenza di un genitore non sufficiente buono secondo le parole di Winnicott (psicanalista infantile) che in qualche modo con la sua aggressività e mancanza di empatia e attaccamento prevalente alle cose materiali (riccio del materialismo che si trasforma in riccio della brutalità se nell’asta è presente una pressione elevata). ha impedito la crescita normale del bambino che ha ostacolato lo sviluppo del bambino. Nel secondo caso (b) Nel secondo caso la ferita del passato è viva anche nel presente e produce sofferenza perché il conflitto è aperto.
Nella “ apatia ” emotiva che implica mancanza di empatia c’è una disfunzione a livello cerebrale in special modo nel lobo dell’insula. L’insula , come ho accennato nelle pagine precedenti entra nel circuito dell’empatia. L’architettura della lettera “M” fornisce delle indicazioni estremamenti interessanti sul questo circuito e in particale sull’insula.
L’insula è una struttura cerebrale che ha molte funzioni. E’ una parte del cervello ancora sconosciuta e in via di conoscenza da parte dei neuroscienziati. Fino agli anni 80 del secolo scorso….si può dire che non sc onosceva niente di questa piccola parte della cortecca cerebrale situata nelle profondità del solco laterale, nella scissura di Silvio tra il lobo parietale e quello frontale,…poi piano piano attraverso gli studi di neuro imaging molte cose stanno venendo fuori…ma non tutto.
Sia nella iconografia che nell’iconologia della lettera “M-m”, c’è in parte ma oggettivamente, la storia dei rapporti all’interno della famiglia e della società e quindi il coivolgimento del circuito cerebrale dell’empatia.
L’insula e la corteccia cingolata anteriore (fonte dell’immagine: https://misofonia.com/
a b
Fonte immagine: https://lamenteemeravigliosa.it/linsula-sorgente- emozioni-empatia/
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La prima funzione dell’insula è l’implicazione nel comportamento sociale ed emotivo; partecipa alla percezione dell’olfatto (quindi ha un collegamento diretto con la sensorialità); è una generatrice di sentimenti soggettivi per la fame, e altre tipologie di sensazione (muoversi, andare all’aria aperta, rompere uno schema per stare meglio, prendersi una distrazione, cercare un sollievo quando si è stanchi ecc.); entra a far parte nella nostra coscienza corporea ed emotiva; L’insula frontale è collegata alle nostre emozioni, ad amore e odio, a gratitudine e risentimento, a vergogna e sfiducia, ad empatia e disprezzo; secondo molti studiosi è collegata al fenomeno detto “craving” (dipendenza da droghe); ci guida sia verso il lato migliore della nostra vita attraverso l’empatia sia verso il lato peggiore (dipendenza); entra attraverso una fine regolazione nel sistema siampatico e parasimpatico (omeostasi corporea); i neuroni della corteccia insulare sono collegati ai neuroni dell’amigdala..
Alcuni esempi di “M” – m” maiuscole e minuscole..
La ”M” di Mussolini è particolarmente indicativa ed è redatta a scala discendente.. La prima zampetta è la più alta, ipertrofica e più ampollosa ed ha l’avvio con un riccio di fissazione materialistica a partenza al di sotto della linea di terra del suolo). All’inizio del 1910 si unì con Rachele Guidi, figlia della donna con la quale il padre gestiva un’osteria a Forlì, e a settembre nacque la figlia Edda. Mussolini ebbe qualche altro figlio o figlia dalle relazioni amorose con altre donne. Fu un uomo alquanto “infedele”.
Mussolini Benito ( 1883-1945)
Pensiero intossicato da megalomania e ipertrofia dell’ego. Con questo atteggiamento il “TU” (la moglie, l’amante o anche un amico, non contava “nulla”.
La forma ad arcata della “m” implica attaccamento ai valori tradizionali della famiglia. Il rispetto delle regole è alla base della coesione sociale.
In questa firma di Matteo Renzi, la lettera “M” si sviluppa in linea decrescente. E’ presente nel filetto di avvio il riccio di fissazione materialistica.
E’ una “M” non ampollosa, e non ipertrofica ma la prima zampetta è dominante. Il potere dell’IO invade sia la sfera familiare sia l’ambiente esterno con tendenza al possesso.
Matteo Renzi ( politico e avvocato)
Nella firma di Ferdinando Massimiliano d’Austria c’è una lettera “M” inclinata a destra con le tre zampette a scala. Carlotta, la moglie di Ferdinando detestava la cognata, l’imperatrice Elisabetta (nota come Sissi, la moglie di Francesco Giuseppe I d’Austria, fratello maggiore del marito). Ferdinando aveva un profondo legame di amicizia con Sissi con cui era confidente e condivideva lo stesso gusto in molte cose. Entrambi fecero una fine tragica!
Massimiliano I° imperatore del Messico (Ferdinando Massiliamo d’ Austria: 1832-1867) La firma di Massimilamo è sottolineata e sopralineata con paraffi a linee moltiple. Sentiva di essere “ debole e vulnerabile” e di aver bisogno di una protezione efficace. Quando accettò la corona di imperatore del Messico nel 1863, Francesco Giuseppe, imperatore d’Austria che venne a conoscenza dei piani del fratello solo poco prima della partenza, si vendicò, imponendogli la perdita di tutti i titoli che a lui competevano presso la casa regnante austriaca. Massimiliano fu condannato a morte e fucilato il 19 giugno 1867.
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In Mozart c’è una “M” molto elegante con un avvio a gancio e angolosità superiore e inferiore. Un convolvolo chiuso è presente nella prima asta (sia in alto che in basso). Le aste sono inclinate a destra. Mozart (genio e follia) era un bambino prodigio. Constanze Weber, appena 18enne, sposò Wolfgang contro la volontà di tutti. Mozart a livello fisico era fragile e di salute delicata. E’ morto a 35 anni.
Mozart Wolfang Amadeus (musicista 1756 – 1791)
Paradossalmente, se oggi Mozart è conosciuto in tutto il mondo, se la sua Musica scanzonata e sublime è diventata così nota, lo dobbiamo anche alla piccola Constanze che era definita poco intelligente e bruttina dal marito.
La Le due aste della lettera “M” sono coperte (come una specie di cappello protettivo), dal moto regressivo della
“M” di Mendelssohn ha la prima asta angolosa, estesa verso l’alto rispetto alla seconda asta che è in un piano inferiore. La “M” è inserita in una firma molto lettera “d”.
bella, elegante con paraffo inferiore a doppio laccio e tratto terminale curvilineo. A 15 anni scrisse la prima sinfonia per orchestra completa. Aveva un temperamento melanconico. Fu un musicista romantico e combatteva tra tradizione e innovazione. La famiglia era di religione ebraica e si convertì al protestantesimo per evitare persecuzioni.
Mendelssohn Felix (musicista compositore, pianista 1809-1847)
Nonostante il padre legittimo fosse Pietro Manzoni, è molto probabile che il padre naturale di Alessandro fosse un amante di sua madre Giulia, Giovanni Verri (fratello minore di Alessandro e Pietro Verri
L”IO” di Marconi è stato sempre dominante, al di sopra della famiglia e dell’ ambiente.
Il Manzoni redige la “M” con la prima zampettina più bassa rispetto alla seconda, ( un IO debole e dipendente) ma leggermente più alta rispetto alla terza zampettina. la pressione è marcata, l’angolosità è prevalente sulla linea di terra. Il successo e i numerosi riconoscimenti pubblici e accademici (fu senatore del Regno d’Italia) si affiancarono a una serie di problemi di salute (nevrosi, agorafobia) e famigliari (i numerosi lutti che afflissero la vita domestica dello scrittore) che lo ridussero in un progressivo isolamento esistenziale.
Manzoni Alessandro(scrittore 1785- 1873)
Aveva soltanto vent’anni, ma in lui c’era già un insieme di rassegnazione e incontrollabile ira, di tolleranza e caparbietà, di apparente indifferenza e sottile perspicacia: insomma, un vero conflitto caratteriale, però condito da un’intelligenza superiore.
(fonte: Giorgio Maioli)
La “M” di Marconi è una lettera molto angolosa con la prima asta più alta della seconda. L’avvio con il filetto di inizio parte dalla linea di terra e forma un’asola con l’asta discendente. Beatrice O’ Brien (la prima moglie) ebbe un importante ruolo nello smussare le spigolature del rapporto tra la sua famiglia e il giovane inventore. Marconi aveva un carattere impenetrabile. Pur affabile, cortese e schietto non si capiva mai cosa pensasse veramente. Il divorzio da Beatrice avvenne a Fiume nel 1924. il 12 giugno 1927 sposò in seconde nozze la marchesina Cristina Bezzi Scali
Guglielmo Marconi ( inventore e imprenditore 1874-1937)
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Meucci redige la “M”con arcate, tutte della stessa altezza. La lettera è inclinata a destra. La sua partecipazione ai moti rivoluzionari del 1831 lo costringe però a trovare riparo in America. Il fiorentino raggiunge prima Cuba e poi, nel 1845, New York (si sistema a Staten Island) dove mette su una piccola azienda per la produzione di candele in paraffina.
La “M” arcuata esprime un bisogno di autoprotezione sia per gestire la propria immagine verso il mondo esterno che per un controllo del proprio mondo interno
Antonio Meucci ( inventore del telefono 1808 – 1889)
Nella “M” di Malaparte la seconda zampetta sembra più alta rispetto alla prima e alla terza perché il percorso è a scatti. La forma della lettera è semplice con una angolosità inferiore tra la prima e la seconda asta.
Curzio Malaparte (scrittore 1858-1957)
La lettera “M” è molto angolosa e la struttura formale è molto ristretta. Le zampette sono più o meno alla stessa altezza, ma c’è la presenza del riccio del materialismo sia nella prima che nella terza asta (lo sprofondamento al di là della linea della terra). Ci sono 3 tipi di sofferenza: con se stesso (noia), con il “TU”, con gli “altri”. Nella sua vita ha avuto 3 donne: Elsa Morante (sposata in chiesa nel 1941); dal 1963 convivenza con al scrittrice Dacia Maraini ( 30 anni più giovane di lui); nel 1986 sposa in Campidoglio a Roma Carmen Llera ( 45 anni più giovane di lui).
Moravia alberto (scrittore italiano: 1907-1990
Le “M” di Mirò ha la prima asta con concavità interna e la seconda con concavità esterna. Entrambe con moto angoloso superiore. Miró sviluppò uno stile surrealista sempre più marcato; in numerosi scritti e interviste espresse il suo disprezzo per la pittura convenzionale e il desiderio di “ucciderla”, “assassinarla” o “stuprarla”.
Mirò Joan (pittore 1893-1983)
La magia infantile di
Mirò dipinge per sfuggire alla un grande creativo
depressione. Nella lettera “m” c’è una apertura (concavita) e una chiusura (coinvessità) in conflitto tra loro.
Antonio Meucci seguì sempre i precetti di Galileo e di Leonardo, coi quali era stato educato, cioè riunendo “la speculativa alla pratica… in guisa che la Pratica offra le difficoltà dei fenomeni e la Teoria tolga le prime e spieghi i secondi, ed a vicenda correggano i loro errori, e si comunichino le loro verità”.
Non ebbe un rapporto buono con il padre tedesco
Un Un uomo con una “propria” visione della vita: attacco e sfida.
“M” destrutturata e disarmonica che ha un gancio d’avvio alla prima asta che viene redatta in diagonale. Le altre due zampette si perdono in un percorso tortuoso. E’ importante il moto a sinistra per
Un “IO” in più…al di sopra e fuori la realtà
continuare la lettera attraverso un filetto che supera la linea della luce. La firma ha un moto ascendente.
Nanni Moretti ( regista e attore italiano)
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La prima zampetta è più alta rispetto alle altre e presenta il riccio del materialismo. Questa “M” contiene una zampetta in più. Ed è strutturata ad arcata. Dentro di sé Morrison aveva la tradizione e la rivoluzione. Diceva: “Se la mia poesia cerca di arrivare a qualcosa, è liberare la gente dai modi limitati in cui vede e sente”. Fu tra i più grandi cantanti di rock psichedelico, impetuoso “profeta della libertà” e poeta maledetto. E’ ricordato come una delle figure di maggior potere seduttivo nella storia della musica e uno dei massimi simboli dell’inquietudine giovanile.
Jim Morrison (1942-1971)
In Merini la “M” a a scala discendente tra la prima (più alta “ e la terza zampetta.Le vasche inferiori sono curve e morbide. Scrisse di sé: “ragazza sensibile e dal carattere malinconico, piuttosto isolata e poco compresa dai suoi genitori” La sua vita fu costellata dalla violenza, prima la guerra e poi il marito che la picchiava quando era ubriaco, queste sofferenze non l’abbandonarono mai e la resero la vittima perfetta da rinchiudere negli ospedali psichiatrici, dove anche qui vide la violenza perpetrata sulle donne ricoverate.
Alda Merini (1931-2009)
La “M”è fluida, a festoni, pendente, un po’ a scatti nella parte inferiore.Il tratto non è netto ed è un po’ stentato nel suo percorso. La prima zampettina (IO) è dominante. La seconda zampettina è la più bassa. Il “TU” è in seconda linea. Nel suo percorso ci fu il crollo affettivo con il primo compagno, Alberto Moravia. Nel 1983 tentò il suicidio.
Elsa Morante (scrittice, saggista, poetessa-1912-1985)
La “M” ha una genesi originale , ricalca la formazione della lettera “T” del nome.: si parte dall’alto e si scende in basso e lo spazio tra le zampette diventa sempre più stretto. Al centro dell’opera di Mann c’è la decadenza della società borghese ed il contrasto fra quel mondo e l’artista. Egli avverte i limiti angusti e la mancanza di spiritualità del mondo borghese.
Thomas Mann (scrittore e saggista tedesco – 1875- 1955)
Dopo il dicembre 1964, a 22 anni, Jim Morrison non vide più i suoi genitori, tagliando definitivamente i rapporti con loro, arrivando persino a dire che erano morti.
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La terza “zampettina” è molto bassa in altezza. L’impriniting ambientale devastante fu un problema per la Merini.
Gli scatti tra le tre aste della “m” implicano una difficoltà esistenziale molto profonda.
I corposi Diari di Mann, che coprono un arco di oltre un quarantennio di vita, rivelano le battaglie interiori che l’artista dovette affrontare contro la sua spiccata predisposizione alla pederastia
L’uncino iniziale nell’avvio del filetto implica ostinazione, tenacia, attaccamento.
Maria Montessori (educatrice, pedagogista, neuropsichiatra infantile: 1870-1952)
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La “M” della Montessori sia nel cognome che nel nome è angolosa e lo spazio tra le zampette è molto ristretto. L’avvio è con un piccolo gancio e la prima zampetta è più alta delle altre due. La Montessori ebbe un figlio che tenne nascosto e riconobbe ufficialmente solo negli ultimi anni della sua vita.
La “M” di Moro rispecchia la sua visione della vita. E’ redatta ad arcata con convolvoli alla base. Moro era un cattolico praticante e osservante. Parlando dello stato, in suo discorso affermò: “è uno Stato in cui lo stesso potere pubblico ha la forma, la misura e il limite della legge, e la legge, come disposizione generale, è un atto di chiarezza, è un’assunzione di responsabilità, è un impegno generale ed uguale.“. La “m “ arcuata è espressione di un idea in cui il soggetto scrivente crede fermamente e che difende con tenacia.Il matrimonio implica fedeltà per tutta la vita. Aldo Moro ( politico e statista italiano: 1916-1978)
La La “M” maiuscola è disarmonica e ha una sola asta con riccio del
“M” del cognome è originale ed esce fuori dal modello, mentre si mantengono nel modello calligrafico le “2 m” minuscole del nome. È sposato materialismo:un IO
con Brigitte Trogneux, nata ad Amiens il 13 aprile
Nelle “m” minuscole c’è la seconda zampettinapiù piccola rispeto alla prima
dominante ( sintesi teorica e pratica) che
non lascia spazio 1953, sua ex insegnante di lettere e latino al liceo di
Amiens con cui aveva intrecciato una relazione quando lui aveva 16 anni e lei 41 anni.
Macron Emmanuel (attuale presidente della Francia)
Renato Guttuso ( pittore e politico italiano: 1911-1987
L’opera di Guttuso, creativa e straordinaria, sorge dal disprezzo dell’artista verso gli abusi di potere e l’ingiustizia sociale. Il suo ideale socialista viene espresso attraverso uno stile realistico- espressionista. ( Fonte: la capanna del silenzio.it)
Ondulata
Inizio ondulato con trasformazione ”a filo”
Nella scrittura “gladiolata” oltre a una tendenza depressogena e di amarezza esistenziale, c’è comunque un buona capacità introspettiva
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Il processo di trasformazione dalla scrittura “ondulata” alla scrittura “a filo” avviene in alcuni casi attraverso il passaggio della scrittura “gladiolata”
Grafologia classica e analisi dei segni in grafica simbolizzata
Lo studio della lettera “M-m” non è materia di grafologia classica il cui studio si basa non sulla lettera in se stessa ma sulla categoria dei segni in cui la “lettera M-m” può appartenere (direzione, dimensione, spazio, forma, pressione, movimento) e sullo stile grafico del soggetto scrivente (ritmo, organizzazione, maturità, energia, armonia, creatività) e poi su alcune particolarità (rarità, tipicità, moto complesso, ricci, accessori,segni composti). Il tutto decodificato attraverso la varietà della combinazione dei segni e il contesto grafico (favorevole o sfavorevole). Nonostante ciò, nonostante che lo studio di una lettera non appartenga a una analisi grafologica corretta, a mio parere bisogna recuperare il simbolo della lettera rispetto al modello di riferimento e quindi si apre il capitolo dell’analisi dei segni in grafica simbolizzata. E’ un’altra materia ma è il futuro per capire a fondo la storia obiettiva di una persona, i vari condizionamenti che ognuno di noi ha avuto lungo il cammino di crescita. La “grafica simbolizzata “ è un racconto esistenziale attraverso l’analisi di ogni singola lettera del corsivo minuscolo e maiscuscolo, dello stampatello e dei numeri. Questo racconto, se la teoria simbolica, ha un riscontro scientifico è altamente obiettivo, E’ solo un racconto, è solo una storia esistenziale. su questa storia poi lo psicologoc, lo psichiatra, il medico, il criminologo può arricchire con la sua formazione di riferimento l’analisi. Qui già siamo nell campo delle interpretazioni. La grafologia classica e l’analisi dei segni in grafica simbolizzata sono due sono due visioni della scrittura “ completamente diverse”, ma possono essere complementari e per capire l’individuo e il suo cammino di vita e se possibile (a livello preventivo) dare un aiuto affinchè questo cammino esistenziale sia un cammino di benessere. Hanno un solo punto in comune: partono dalla scrittura. La grafica simbolizzata non è “grafologia”. Nella pagina seguente riporto una tabella con alcune differenze fondamentali
Iconografia e iconologia.
Nella grafologia classica (italiana, francesa, tedesca, spagnola anglo-americana) è difficile studiare l’iconografia e l’iconologia ripetto a un modello. In questo studio si affronta il problema osservato secondo una teoria di base (metodo Angeloni): ovviamente rimango su un quadro generale perché lo studio della struttura della lettera fissa e il significato nascosto non appartiene alla grafologia classica ma è il risultato completamente diverso dipendente da una teoria che parte dal presupposto che la scrittura è nata con l’universo e con l’homo sapiens sapiens e quindi in un segno c’è la storia del soggetto scrivente ma anche la storia dell’umanita e della sua evoluzione attraverso le idee dominanti e la tradizione culturale di quella particolare modello calligrafico e di quel paese che ha strutturato quel modello. Molto importante nell’analisi dei segni in grafica simbolizzata è l’iconografia e l’iconologia di una lettera
Iconografia: studio della rappresentazione figurata per vedere come è composta e per coglierne particolari significati. Nella grafica simbolizzata vuol dire studiare i costitutivi della lettera cioè l’insieme delle varie parti di cui è composta una lettera.
Iconologia: descrizione approfondita dell’immagine grafica, in riferimento alla storia e al modello calligrafico di riferimento. Nell’iconologia si affronta la piegazione del simbolo. Per esempio la lettera” “M-m” nella sua genesi è la lettera della famiglia e quindi del matrimonio ma poi può avere altri significati a secondo il modello infantile di riferimento o il modello maturo nella architettura della lettera. In questo periodo storico la lettera “M-m” è in crisi.
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Grafologia classica Grafica simbolizzata
Indaga i tratti di personalità Indaga i condizionamenti
Studia le sei componenti del contesto grafico: ritmo, organizzazione, maturità, energia, creatività, armonia
Studia l’iconografia e l’iconologia di una lettera in rapporto al modello calligrafico di riferimento
Utilizza il contesto grafico e la combinazione dei segni per dare un significato corretto a una ipotesi di lavoro. Fa una analisi di personalità del soggetto scrivente.
E’ indipendente da qualsiasi contesto. la Lettera è studiata nei suoi constitutivi in base a una ipotesi di riferimento e a una teoria di base e analizzata in rapporto alla lettera seguente e precedente. E alla fine all’interno della parola come relazione logico- conseguenziale.
Si basa sulla fisionomia del grafema e quindi indaga il ritmo, il livello formale organizzativo, l’energia, la maturità grafiva, la creatività, l’armonia attraverso categorie segniche che possono essere diverse come nome a secondo le scuole di riferimento.
E’ fondata sulla geometria. Ogni lettera nasce dall’incontro tra una retta con una ellissi. Al momento della nascita dell’homo sapiens e del suo cammino dalla preistoria ad oggi, secondo il modello stabilito dalla legge prima divina e poi umana.
Studia temperamento e carattere secondo il Moretti), le varie tendenze di personalità secondo il Marchesan (sistema psichico), il carattere… secondo l’armonia data dalla combinazione dei segni e le varie differenze (Crepieux – Jamin), prevalentemente basata sul ritmo e il livello formale grafico (Klages) e spesso collega ai segni varie teorie psicologiche per darne un significato (Freud, Jung, Adler e altri).
Studia il cammino di vita dalla nascita alla morte nella relazione di base della famiglia. Il grafema è sul foglio, è un dato obiettivo, e viene analizzato in modo obiettivo in rapporto al modello grafico di riferimento di base a livello nazionale (corsivo, stampatello, numeri, maiuscole e minuscole) e trae le conclusioni. Su queste conclusioni il medico può fare delle ipotesi di lavoro e così lo psicologo. Lo spesciaalista in analisi dei segni su grafica simbolizzata racconta solo il vissuto esistenziale del soggetto scrivente attraverso i condizionamenti che ha ricevuto
Il mondo grafologico è in continua evoluzione, il modo di scrivere cambia, e la grafologia è fondata su teorie che hanno oltre 100 anni. Negli ulti 50 anni tutti i testi relativi a questa materia non hanno detto niente di nuovo. Anzi spesso gli autori hanno deviato anche dagli insegnamenti ricevuti.
La grafica simbolizzata guarda al passato e al futuro è sempre un lavoro in progress perché alle fondamenta c’è la nasciata e la morte, il tempo e il contatto tra il finito (linea di terra) e l’infinito (l’alto e il basso). Ogni lettera ha tanti significati simbolici. C’è la mente, la relazione, il corpo….
Elabora una ipotesi di lavoro, analizza la personalità del soggetto scrivente. Molti testi di grafologia hanno il titolo di “psicologia della scrittura” perché molte scuole insegnano che l’analisi della scrittura è un test proiettivo di personalità
Non fa diagnosi e non elabora ipotesi diagnostiche, il risultato finale è solo un racconto esistenziale su base relazionale, basato sull’analisi della lettera in rapporto al modello.
L’analisi del segno in grafica simbolizzata racconta solo il vissuto esistenziale del soggetto scrivente, i condizionamenti che ha subito nella suo sviluppo, gli eventuali traumi avvenuti all’interno della relazione familiare attraverso il simbolismo relazionale e la semeiotica specifica degli schemi spaziali. Sarà poi lo psicologo, il medico o lo psichiatra ad elaborare questo vissuto e verificare se il racconto ha potuto determinare una realtà esistenziale in qualche modo patologica oppure ha coinvolto la visione di vita del soggetto scrivente espressa secondo alcune modalità comportamentali.
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Costitutivi della lettera “ M- m”.
Riporto i costitutivi della lettera “M-m” senza dare nessuna interpretazione. Ovviamente c’è una interpretazione per ogni segmento della lettera nella sua architettura geometrica. I costitutivi vengono riprese da una dispensa (non pubblicata) di Guido Angeloni.
4 I 6 elementi costitutivi
della lettera “m“
1
2
5 5
6
3
I costituivi sono.
1. L’avvio appena al di sotto del limite superiore della fascia media, con andamento da moderato
concavo a destra dal basso all’alto. L’andamento concavo a destra implica un convesso a sinistra. 2. Primo arco di collegamento. Vi corrisponde un convesso dell’alto e precede la prima zampetta. 3. Prima zampetta. E’ una semiasta. 4. Angolo acuto ripassatosalita. Dal rigo di base, il modello vuole che il filetto di salita ripassi
perfettamente sulla prima zampetta. 5. Secondo e terzo arco di collegamento ( o convessi dall’alto). Secondo e terza zampetta 6. Concavo basale. E’b situato a partire dalla base della terza zampetta. E’ curvilineo ed è in asse con
l’alto.
Osservando le grafie dei bambini delle elementari si evidenzia che le tre zampette nei primi temmpi sono concepite in modo accostato. Le zampette, poi, devono essere ugulamente lunghe e proporzionalte con la larghezza complessiva della “m”; in asse con l’alto ma non troppo parallele,posizionate sul rigo; buona coesione nell’insieme ma non troppo ravvicinate tra di loro Non ci dovrebbero essere (escluse dal modello di riferimento) gli anelli (convolvoli) e le forme ad angolo acuto divaricato.
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Considerazioni finali
Nell’analisi dei segni la lettera “M-m” ha una importanza fondamentale per la relazione empatica., per la chiusura e apertura mentale e per il rapporto tra l’io e l’altro. Nella scrittura dell’adulto diventa anche la lettera del matrimonio. Non è poco.
Il cervello di un bambino crea fino a 1.8 milioni di nuove comnessioni sinaptiche al secondo e le esperienze del bambino determinano quali sinapsi saranno conservate. ( fonte: https://www.johnsonsbaby.it
Sinaptogenesi. Gli assoni si connettono ad altri neuroni attraverso la sinapsi (fonte: Gemma Calamandrei istituto superiore Sanità- Roma)
La capacità del cervello di modificatre la propria struttura con l’l’esperienza è la neuroplasticità ed è attiva durtante tutta la vita
La capacità del cervello di modificatre la propria struttura con l’l’esperienza è la neuroplasticità ed è attiva durtante tutta la vita
Il cervello completa la neurogenesi intorno al terzo anno di vita e raggiunge circa 100 miliardi di neuroni che formeranno la cifra di 150 mila miliardi di collegamenti tra loro. Ogni giorno muoino circa 85.000 neuronoi chenon verranno mai più rimpiazzioati perché ciò che importa sono i collegamenti cioè le sinpasi e non il numero totale dei neuroni. All’inizio sono attive solo le aree preposte alla sopravvivenza e poi le aree preposte al linguaggio sia verbele che non verbale (gesti , espressioni facciali, tono dellla voce, ovimenti , emozioni) e il bambino apprende le emozioni altrui e riesce a prevedere il comportamento dell’altro.
Lo sfoltimento strategico ci sarà dai 14 anni. L’incremento dei 6 anni è seguito dalla potatura («pruning») adolescenziale, che seleziona le connessioni e i neuroni più utili e utilizzati. Si tratta di un «taglio saggio»: sono conservate le sinapsi più importanti e funzionali
Alla nascita ci sono poche connessioni. I neuroni stanno ancora entrando nella corteccia cerebrale. Nei primi 5 anni il bambino produce il 50% di connessioni in più, ma poi perderà una parte di queste connessioni attraverso il “pruning ( potatura)
Verso i 6 anni si sono insediati molti più neuroni e sviluppate più connessioni («sinapsi»). In pratica si sviluppa un reticolo intricatissimo. E’ solo l’esterienza del bambino ( cognitiva, sensoriasle, motoria, emotiva) a determinare quali sinsapsi saranno conservate.
Verso i 6 anni si sono insediati molti più neuroni e sviluppate più connessioni («sinapsi»). In pratica si sviluppa un reticolo intricatissimo. E’ solo l’esterienza del bambino ( cognitiva, sensoriasle, motoria, emotiva) a determinare quali sinsapsi saranno conservate.
Fonte del commento : corrieredellasera Disegni di Mirco Tangherlini
I primi tre anni di vita di un bambino sono critici per lo sviluppo del cervello. Se le connessioni tra i neuroni non vengono stimolate si atrofizzano e muoiono per sempre. Non c’è solo la sinaptogenesi ma anche la mielinoogenesi per cui i prolungamenti assonici vengono protetti dalla guaina mielinica; la neurogenesi che implica la differenziazione di cellule staminali in cellule mature; l’epigenetica ossia la modificazione delle molecole che regolano l’espresione dei geni e il pruning cioè lo sfoltimento delle connessioni neurali (sinapsi) non necessarie, che migliora l’efficienza e riduce i collegamenti ridondanti nel cervello.
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La lettera “m-M” è la lettera della famiglia. Nella famiglia alla cui base c’è il matrimonio o la convivenza… avvengono le prime esperienze di vita, il percorso delle relazioni affettive, la risposta del bambino ai vari stimoli che riceve, i primi condizonamenti. E’ la fase delicata dell’imprinting che già dal desiderio di avere un bambino, dalla fecondazione, e continua il suo cammino dalla nascita in poi. Il tracciato grafico riprende la biografia di questo cammino e nella grafica simbolizzata c’è tutto il racconto esistenziale lettera per lettera.
Cervello rettiliano Nel primo periodo infantile ( 0-7 anni) maturano per primi i sistemi cerebrali localizzati nel tronco e nella base del cervello preposti al controllo dei parametri vitali e dei riflessi Cervello limbico
Nel secondo perido infantile (7-14 anni) inizia a maturare il cervello limbico con altre aree più profonde del cervello associate al cervello emotivo e impulsivo capaci di generare le più profonde emozioni e soprattutto sentimenti di gratificazione e desiderio Cervello corticale Nel terzo periodo infentile (14 21 anni circa) matutrano i centri corticali che controllano e codificano le percezioni, i movimenti volontari, le funzioni cognitive, le capacità decisionali e le motivazioni Infatti, a partire dagli 8/9 anni nelle femmine e i 10/11 nei maschi, il volume della sostanza grigia della corteccia frontale diminuisce mentre aumenta quello della sostanza bianca.
Fonte: immagine e commento https://focusonbrain.com
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Lo sviluppo del sistema limbico (in viola) che controlla le emozioni e il comportamento impulsivo aumenta con l’inizio della pubertà (tra i 9-12 anni) e raggiunge il suo massimo sviluppo verso i 13-15 anni mentre la corteccia prefrontale (in verde), che tiene a freno le azioni impulsive raggiunge la sua maturazione 10-12 anni più tardi rispetto al sistema limbico
In questo contesto la studio o della lettera “M-m” ha un interesse enorme per capire il processo empatico e i vari condizionamenti che ha subito il soggetto scrivente, fino a bloccarlo e le relazioni all’interno della famiglia sia ristretta che allargata..
Conclusioni
In questo periodo con la crisi della “scrittura” nel mondo contemporaneo, una breve analisi grafologica del testo scritto, anche se fatta bene e a regola d’arte, diventa estremamente difficile e sempre più un grafologo fa riferimento, per dare un aspetto dignitoso (di copertura) alla sua interpretazione dei segni a un modello psicologico a secondo l’autore che ha nella sua mente (Freud, Jung, Adler e i vari epigoni successivi), spiegando i tratti di personalità del soggetto scrivente. L’analisi dei segni in grafica simbolizzata studia il dato di fatto attraverso la simbologia grafica. Ne fa un racconto esistenziale che poi deve essere confrontato con lo scrivente per una conferma della teoria di base. Nella lettera c’è la storia esistenziale di colui che l’ha vergata, una storia relazionale, un racconto che evidenzia i condizionamenti ricevuti. In pratica vengono descritti gli stimoli subiti e la risposta che lo scrivente ha dato in rapporto al modello di riferimento che la collettività ha scelto per quella determinata lingua e per quella specifica grafia. Questo è il dato obiettivo scientificamente corretto in rapporto anche con le scoperte sempre più evidenti delle neuroscienze. In questo lavoro ho cercato solo aprire la mente del lettore a una possibile comprensione delle illimitate potenzialità che il simbolo grafico può dare. È qualcosa di rivoluzionario ed è accessibile a tutti coloro che amano la conoscenza senza pregiudizi e schematismi mentali.